giovedì, Dicembre 26, 2024

Mad Heidi è un gustoso delirio horror in salsa di fonduta svizzera

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Stranamente, agli svizzeri la storia non è piaciuta e alcuni hanno dato vita a un’ondata di boicottaggio. La protagonista ha raccontato a Badtaste che il suo costume, ispirato alla tradizione di qualche cantone ha provocato il licenziamento della sua sarta: “la donna che lo ha confezionato è stata espulsa dall’organizzazione che si occupa degli abiti tradizionali svizzeri perché sostengono abbia disonorato la comunità,” ha spiegato. Un comunicato afferma che il corsetto del’abito è considerato “un affronto alla tradizione svizzera”. L’ucronia di Mad Heidi è invero piuttosto mirata: i registi prendono per i fondelli la patria citando praticamente tutti gli stereotipi esistenti in merito – dal cioccolato ai coltellini alla MacGyver passando per gli orologi a cucù – e infarcendo la storia con una miriade di riferimenti cinematografici gustosi. Un’Heidi armata di alabarda, in cerca di vendetta per la morte dei suoi cari, discende dalle Alpi solo per finire imprigionata in un centro di rieducazione guidato dal pugno inflessibile dell’irrinunciabile signorina Rottermeier (anzi, Rottweiler), e imbattersi in un pazzesco mondo dove convivono lottatrici di lotta libera elvetica, suore picchiatrici e zombie resi tali dalla caseina.

Di formaggio, come auspicabile, ne scorre a fiumi come in una fonduta di dimensioni intergalattiche, e utilizzato nei modi più efferati, crudeli ed esilaranti per convertire le disgraziate masse alla totale ubbidienza orwelliana pretesa dal supremo leader cantonale. Che la pellicola sia nata sotto l’egida del Tero Kaukomaa di Iron Sky si intuisce, Mad Heidi non ha vincolo creativo o limite imposto alcuno. Il suo punto di forza è la totale anarchia con cui si susseguono scene di massacri supersplatter, e si palesano in scena personaggi assurdi e macchiettistici. Sopra tutti si erge Alice Lucy, che, nonostante sia entrata in scena all’ultimo dopo la sostituzione della protagonista precedente, si impone in ogni scena (letteralmente, compare praticamente ovunque nell’oretta e mezza scarsa di film) sfoggiando capacità atletiche e marziali più che dignitose. Che dire, questo è l’horror di serie Z che ci piace.

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