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In una sera di giugno del 2009, dopo aver tenuto un concerto alla Royal Academy of Music di Londra, il ventenne flautista americano Edwin Rist, sale su un treno diretto alla periferia di Londra per arrivare al Natural History Museum (Tring), sede di una delle più grandi collezioni ornitologiche del mondo. Il museo era pieno di rari esemplari di uccelli, le cui splendide piume valevano incredibili somme di denaro per gli uomini che condividevano l’ossessione di Edwin: l’arte vittoriana di creare sugli ami riproduzioni di insetti per la pesca dei salmoni.
Una volta all’interno, Rist ruba centinaia di pelli di uccelli, alcune raccolte 150 anni prima da un contemporaneo di Darwin, Alfred Russel Wallace, e fugge nell’oscurità. Il suo intento era vendere il piumaggio dai rari e straordinari colori a prezzi elevati ad altri appassionati, nella speranza di raccogliere abbastanza soldi per comprarsi un flauto e proseguire la sua carriera musicale fortemente in ascesa. Due anni dopo, Kirk Wallace Johnson immerso in un fiume nel nord del New Mexico, scopre dalla sua guida di pesca a mosca l’incredibile storia di questa rapina.
“Il crimine mi ha stregato subito. Non so se sia stato quel nome dal sapore così vittoriano, Edwin, oppure la bizzarria di una storia a dir poco insolita; magari la verità era solo che avevo un disperato bisogno di dare una nuova direzione alla mia vita.”
Johnson decide di ricostruire questa vicenda, con una ricerca durata anni. Ne scaturisce un libro dalle molte sfumature e incredibilmente avvincente: la storia di un crimine assurdo ma anche l’affascinante esplorazione delle ossessioni umane. Il ladro di piume (ed. Nutrimenti) non è, infatti, solo la storia del furto di Edwin Rist. L’autore affronta ricerche capillari, dozzine di interviste, scrivendo un libro appassionante come un thriller e documentato come un saggio.
Johnson ripercorre, tra le altre, la storica esplorazione di Wallace, per metterne in luce l’importanza non solo naturalistica e scientifica, ma anche l’attuale rilevanza ambientale: gli scienziati hanno utilizzato questi uccelli centenari per determinare come stanno cambiando i nostri ecosistemi. Evidenzia la mania e il fenomeno delle piume nel mondo della moda. Descrive in dettaglio l’indagine scrupolosa degli investigatori alla ricerca del colpevole e racconta la frustrazione provata dai funzionari del museo e dagli ambientalisti quando Rist viene rilasciato senza una pena.
Un’inchiesta sulla sparizione più bizzarra del secolo si trasforma in un viaggio sulle tracce di un’ossessione che corre lungo la storia e che non si è limitata alla sola costruzione di esche ma – fra il Settecento e la fine dell’Ottocento – ha posseduto milioni di donne a causa della moda: passioni che hanno portato sull’orlo dell’estinzione centinaia di specie di uccelli.
L’unicità della storia non è sfuggita agli sceneggiatori televisivi: Il ladro di piume diventerà infatti una miniserie tv in sei episodi prodotta da Universal.