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La novità è proprio l’approccio olistico che si basa su quello che l’azienda definisce come l’unione di 3 elementi: il Public Foundation Model, il Private Foundation Model e Personal Foundation Model. Ovviamente Lenovo si concentrerà principalmente sulla produzione di soluzioni dedicate alle aziende e ai consumatori che sono anche quelle dove si giocherà una partita fondamentale riguardo la gestione e la sicurezza dei dati.
Per fare questo Lenovo promuoverà l’utilizzo di gemelli digitali basati sull’intelligenza artificiale, nello specifico un Enterprise AI Twin per le aziende e un Private AI Twin per le persone. Sistemi che si baseranno principalmente su dati locali e non su informazioni pubbliche. Modelli che potranno funzionare potenzialmente anche scollegati da internet. Durante la convention americana, Lenovo ha fatto vedere una breve demo di come potrebbe funziona l’AI sul nostro smartphone anche quando il telefono è in modalità aereo. Due gli elementi interessanti: da una parte un’intelligenza artificiale basata solo sui dati che vogliamo condividere, dall’altra un AI capace di funzionare utilizzando una capacità di calcolo molto limitata.
Di sicuro l’AI avrà un impatto importante anche sull’hardware oltre che sul software. Al Tech World si è infatti iniziato a parlare di AI workstation, AI pc, AI smartphone. “L’intelligenza artificiale cambierà inevitabilmente anche i dispositivi che si adatteranno alle nuove modalità di utilizzo e alle possibilità offerte dalla tecnologia”, ci dice Luca Rossi Executive Vice President e President Intelligence Device Group di Lenovo. “L’AI potrebbe, per esempio, rendere nei prossimi anni del tutto superfluo l’uso della tastiera perché sarà sufficiente parlare al nostro computer visto che la conversazione con il pc sarà molto simile e naturale a quella che abbiamo con un essere umano”.
Secondo il manager italiano nei prossimi anni i computer integreranno, come già accade per la gestione delle immagini in alcuni smartphone, dei chipset dedicati all’intelligenza artificiale, più precisamente delle NPU (neural processing unit). “L’arrivo di questi processori, capaci di elaborare dati a trilioni di operazioni al secondo, offriranno un tale vantaggio in termini di produttività che sarà difficile rinunciarci”. Luca Rossi vede quindi un futuro roseo sia per Lenovo sia per il comparto dei computer che tornerà inevitabilmente a crescere nei prossimi anni.
A spingere l’industria è ovviamente l’adozione massiccia dell’intelligenza artificiale e del progressivo spostamento delle applicazioni dal cloud ai singoli dispositivi, siano questi pc, workstation, smartphone, tablet e ovviamente dispositivi di edge computing che rappresentano un mercato molto promettente proprio per Lenovo.