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Dal 2024, l’Agenzia delle entrate avrà accesso diretto alle informazioni dei conti correnti dei cittadini debitori, per richiedere immediatamente alle banche di effettuare un pignoramento, appena verificata la disponibilità economica. Lo prevede una modifica al Testo unico sulla riscossione contenuta nella manovra finanziaria per il 2024 del governo Meloni.
Il pignoramento diretto sul conto corrente è una pratica già prevista da tempo, ma le procedure necessarie per richiederlo e attivarlo sono lente e complesse. Così accade molto spesso che i tentativi di recuperare i debiti non portino da nessuna parte, gravando con una perdita di tempo e di risorse sulle attività del Fisco.
Il Testo unico sulla riscossione, pur essendo stato più volte aggiornato negli anni, risale al 1973 e quindi alcuni articoli risultano non adatti al contesto attuale. Il governo ha quindi aggiunto l’articolo 75-ter, dando all’Agenzia delle entrate il potere di accedere direttamente alle informazioni dei conti correnti relative alla disponibilità economica e ai movimenti conto.
In questo modo, la procedura di accesso, che prima doveva passare per il tramite delle banche, viene digitalizzata e velocizzata, mettendola direttamente nelle possibilità del Fisco. Se tramite questa verifica, sul conto di un debitore, l’Agenzia scopre la presenza di liquidità può notificare immediatamente alla banca l’ordine di pignoramento.
Il titolare del conto dovrà essere avvertito entro trenta giorni dall’invio dell’ordine di pignoramento alla banca coinvolta, altrimenti questo viene annullato. Il tutto avviene in quella che viene chiamata fase stragiudiziale, cioè senza intervento dei tribunali, nel rispetto delle leggi vigenti. Il governo punta di attivare il nuovo sistema già dal 2024, ma deve ancora discutere i dettagli pratici con l’Associazione bancaria italiana, Poste italiane, l’Associazione italiana dei prestatori di servizi di pagamento e far passere il tutto al vaglio del Garante della privacy.