giovedì, Dicembre 26, 2024

Cane robot Spot: ora è in grado anche di parlare

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I cani sono capaci di correre, saltare, persino di ballare. A maggior ragione sono in grado di farlo i cani robot come Spot, sviluppato da Boston Dynamics. In pochi avevano finora immaginato che il robot potesse anche parlare. Eppure, in un video pubblicato da The Verge, Spot ha i baffi, indossa un cilindro e parla con i membri dello staff della società di Waltham in inglese britannico, portandoli a effettuare un tour delle strutture dell’azienda.

Come sottolinea la testata statunitense, tutto questo è stato possibile grazie all’utilizzo dell’interfaccia di programmazione dell’applicazione (Api) di ChatGPT, oltre ad altri modelli di linguaggio di grandi dimensioni (Llm) open source, attraverso i quali è stato possibile addestrare Spot a dare le risposte corrette ai suoi interlocutori. Il robot è quindi stato dotato di un altoparlante e di una funzionalità di sintesi vocale e messo nelle condizioni di muovere la bocca per imitare il discorso come accade con “la bocca di un burattino”.

Secondo quanto spiega nel video l’ingegnere informatico della Boston Dynamics Matt Klingensmith, a Spot sono state fornite nozioni scritte molto sintetiche per ciascuna delle stanze della sede aziendale. L’automa è stato in grado di combinare tali informazioni con le immagini catturate dalle telecamere di cui è fornito, in modo tale da “ottenere – afferma Klingensmith – maggiori informazioni su ciò che vede prima di generare una risposta”.

Nel corso del filmato, Spot assume diversi ruoli e personalità, spaziando dal maggiordomo inglese all’archeologo anni ‘20, dall’adolescente al viaggiatore del tempo shakespeariano. Il cane robot si cimenta inoltre nel ruolo di una persona sarcastica e inventa un haiku che recita: “Il generatore ronza a bassa voce in una stanza priva di gioia. Proprio come la mia anima”.

L’automa ha persino sorpreso Boston Dynamics, quando alcuni degli ingegneri gli hanno chiesto chi fossero i suoi genitori e si è rivolto verso i modelli più vecchi esposti negli uffici aziendali. L’Llm ha inoltre inventato alcuni aneddoti, suggerendo per esempio che Strecht, il robot progettato per spostare scatole, fosse stato in realtà realizzato per lo yoga.

Questi modelli – fa notare Klingensmith – possono aiutare a fornire contesto culturale, conoscenza generale del buon senso e flessibilità che potrebbero essere utili per molte attività di robotica: per esempio, essere in grado di assegnare un compito a un robot semplicemente parlando con lui aiuterebbe a ridurre la curva di apprendimento per l’utilizzo di questi sistemi”. Anche quando a farne uso dovessero essere polizia e forze militari.

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