Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Se nelle ultime settimane vi siete domandati perché i vostri Feed di Instagram, TikTok e X si siano popolati in modo sempre crescenti di post contenenti l’emoji dell’anguria, ecco a voi la risposta. L’anguria è da tempo il simbolo utilizzato in rete per rappresentare la resistenza palestinese alla presenza israeliana e, ora che le piattaforme si sono dimostrate piuttosto restie sulla circolazione di contenuti relativi al conflitto, gli utenti stanno utilizzando l’emoji dell’anguria in sostituzione della bandiera della Palestina – avendo anche i medesimi colori: rosso, verde e nero – per dimostrare il proprio supporto ai civili di Gaza. Una soluzione alquanto diffusa, considerando che su TikTok l’hashtag associato all’emoji vanta oltre un miliardo di visualizzazioni.
All’inizio di questa settimana, l’emoji ha attirato la rinnovata attenzione degli utenti di TikTok dopo che la creator Jourdan Louise ha lanciato un filtro che vede come protagonista una fetta di anguria, promettendo di donare i proventi derivanti dall’uso del filtro “a enti di beneficenza che forniscono aiuti a Gaza”. Nel giro di pochi giorni il filtro è diventato virale, tanto da comparire in più di 620.000 video condivisi dagli utenti sulla piattaforma. Un successo incredibile, che ha permesso alla creator di raccogliere una cifra modesta da destinare ai palestinesi in difficoltà. Ma, come potete immaginare, il simbolismo dell’anguria esiste da molto tempo prima del filtro ideato da Jourdan Louise.
TikTok content
This content can also be viewed on the site it originates from.
Tutto sembra essere cominciato nel 1967, quando le autorità israeliane hanno emesso per la prima volta un ordine che criminalizzava i raduni tra palestinesi che avrebbero potuto “essere interpretati come politici”, e vietava l’esposizione di bandiere e/o la pubblicazione di opere politiche a sostegno di Gaza. È stato allora che, per aggirare il divieto, i palestinesi hanno cominciato a utilizzare i colori nazionali al posto della bandiera, ottenendo una reazione spropositata dall’esercito israeliano, che ha preso di mira tutti gli artisti che utilizzavano i colori nero, rosso e verde nelle loro opere. Non è chiaro se in quel periodo l’anguria fosse già utilizzata come simbolo della resistenza palestinese, ma nel 2021 il The National ha riportato un episodio alquanto simpatico al riguardo: nel 1980, durante una mostra chiusa dall’esercito israeliano per i motivi di cui sopra, l’artista Issam Badr avrebbe chiesto a un ufficiale “E se volessi solo dipingere un’anguria?”, dando così inizio a una lunga tradizione di simboli ed emoji.
Non c’è da stupirsi che, a distanza di ben tre decenni, l’anguria sia tornata sui social per rappresentare il sostegno ai civili di Gaza nella guerra contro Israele. D’altronde, a partire da gennaio 2023 le autorità israeliane hanno imposto il divieto di esporre pubblicamente le bandiere palestinesi. E più di recente sono stati Singapore e il Regno Unito a vietare l’esposizione di simboli legati al conflitto. E non è detto che presto non saranno altri paesi a prendere la stessa decisione, lasciando così una sola possibilità a tutti noi: usare l’emoji dell’anguria per esprimere il supporto alla Palestina.