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Israele ha finalmente accettato di istituire brevi pause umanitarie a Gaza. Le ostilità cesseranno per appena quattro ore al giorno, fino a quando l’intera popolazione non avrà lasciato completamente la parte settentrionale dell’enclave e tutti gli ostaggi non saranno liberati. È il massimo che i diplomatici degli Stati Uniti sono riusciti a strappare a Tel Aviv, dopo che il leader israeliano Benjamin Netanyahu ha chiuso qualunque dialogo per un cessate il fuoco.
Come riporta Associated Press, il presidente statunitense Joe Biden aveva proposto l’istituzione di un cessate il fuoco di 3 giorni, così da avviare i negoziati per il rilascio degli ostaggi catturati da Hamas. Ma a seguito del rifiuto di Netanyahu, per il quale al “al momento non c’è alcuna possibilità” di fermare l’invasione, Israele ha approvato le pause umanitarie perché “possono essere utili nel processo di trasferimento” degli ostaggi.
Il cessate il fuoco, come indicato dall’ufficio delle Nazioni unite per gli affari umanitari (Ocha) è un accordo vincolante per interrompere le ostilità nell’intera area di conflitto e ha l’obiettivo di aprire un dialogo tra gli opposti schieramenti. La misura è temporanea, ma prevede la possibilità di essere estesa e Israele ha rifiutato perché consentirebbe ad Hamas di riorganizzarsi.
Le pause umanitarie, invece, sono una “cessazione temporanea delle ostilità per scopi puramente umanitari”, cioè l’ingresso di aiuti, il passaggio dei feriti o, in questo caso, degli ostaggi e dei civili. A differenza del cessate il fuoco, possono durare anche solo poche ore e essere limitate solo ad alcune aree nelle zone di conflitto.
Per questo le pause accettate da Israele dureranno solo quattro ore al giorno e saranno annunciate tre ore prima dalle forze di occupazione. Inoltre, riguarderanno solo due corridoi umanitari localizzati lungo l’autostrada principale di Gaza, la Salah al-Din, e un’altra strada costiera collegata alla Salah al-Din.