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Gli attacchi di Israele contro le infrastrutture sanitarie di Gaza hanno portato alla chiusura dei due ospedali più grandi della Striscia, l’Al-Shifa e l’Al-Quds. Il numero di pazienti morti sta salendo ora per ora, compresi neonati e minori, e i cecchini israeliani sparano su chiunque si avvicini o provi a uscire dagli ospedali, intrappolando malati e sfollati al loro interno. La corrente elettrica manca da ormai quattro giorni e l’ultimo bombardamento ha completamente distrutto il reparto cardiaco dell’Al-Shifa.
“Serve un cessate il fuoco ora”, ha scritto su X Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dopo che tre neonati prematuri sono morti a causa della mancanza di elettricità nell’Al-Shifa e altri 36 potrebbero morire nelle prossime ore. “L’Oms è riuscita a mettersi in contatto con gli operatori sanitari dell’ospedale Al-Shifa di Gaza. La situazione è terribile e pericolosa. Tragicamente, il numero di decessi dei pazienti è aumentato in modo significativo. Purtroppo l’ospedale non funziona più”, ha aggiunto.
“Il mondo non può rimanere in silenzio mentre gli ospedali, che dovrebbero essere rifugi sicuri, si trasformano in palcoscenici di morte, devastazione e disperazione”, ha aggiunto in un appello raccolto anche da Medici senza frontiere, secondo cui sui civili intrappolati nell’Al-Shifa ci sarebbe una “condanna a morte firmata dall’esercito israeliano. È necessario un cessate il fuoco urgente e incondizionato da parte di tutti gli schieramenti; gli aiuti umanitari devono arrivare a Gaza adesso”.
Ma il primo ministro israeliano, Benjamin Netanhyau, ha rifiutato qualunque dialogo per una cessazione delle ostilità e i bombardamenti, che oltre a colpire gli ospedali, non stanno risparmiando nemmeno le sedi delle agenzie delle Nazioni Unite (Onu). Come riporta il sito del Programma dell’Onu per lo sviluppo (Undp), bombe israeliane hanno distrutto la sede dell’Undp a Gaza City e una scuola gestita dall’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.
Nessun luogo è ormai più sicuro nella parte settentrionale dei Gaza, dopo che Israele ha diviso in due la Striscia per schiacciare completamente Hamas, ma la linea intransigente e di rifiuto del dialogo di Tel Aviv sta facendo montare lo sdegno nella comunità internazionale. Oltre all’Oms e a medici senza frontiere, anche Josep Borrell alto rappresentante per la Sicurezza e gli affari esteri dell’Unione europea, si è unito ai loro appelli ricordando come gli ospedali vadano protetti, in base al diritto umanitario internazionale, ed esortando Israele a proteggere i civili.
Stando a quanto riporta Reuters, Israele avrebbe offerto di far evacuare in sicurezza almeno i neonati e offerto 300 litri di carburante all’Al-Shifa. Tuttavia, pare che il carburante offerto non fosse necessario a far funzionare i generatori dell’ospedale nemmeno per un’ora e non ci sono conferme da parte dei medici dell’Al-Shifa di una qualunque proposta di evacuazione di neonati o minori.