venerdì, Dicembre 27, 2024

India, Cina e Stati Uniti sono responsabili di più della metà delle emissioni di CO2

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Cina, Stati Uniti e India sono responsabili del 51,7% delle emissioni totali di anidride carbonica (CO2) generate nel mondo, stando ai dati diffusi dal Global Carbon Atlas e ripresi in un grafico di Visual Capitalist.

Le informazioni sono riferite alle misurazioni effettuate fino alla fine del 2021 e arrivano in un momento in cui le autorità e le organizzazioni ambientaliste sollecitano i governi mondiali a rafforzare le politiche volte a ridurre l’uso di combustibili fossili e ad accelerare l’adozione di energia verde.

I nuovi dati

Il rapporto rileva che il paese a emettere più CO2 a livello globale è la Cina, che nel 2021, ha generato 10.668 milioni di tonnellate metriche (MtCO2), pari al 30,9% delle emissioni totali. Il ricorso ai combustibili fossili è una pratica comune nel paese, dove il 55% dell’approvvigionamento energetico totale proviene dal carbone.

Al secondo posto della classifica ci sono gli Stati Uniti, con emissioni calcolate in 4.713 milioni di MtCO2 e una quota pari al 13,5% della produzione totale di anidride carbonica. L’India è al terzo posto e rappresenta il 7,3% della produzione globale con 2.672 MtCO2. L’Italia occupa invece la 18esima posizione, con lo 0,9% delle emissioni complessive.

Visual Capitalist sottolinea che “storicamente gli Stati Uniti sono stati i maggiori emettitori di anidride carbonica, con 422 miliardi di tonnellate metriche di CO2 liberate nell’atmosfera dalla rivoluzione industriale, equivalenti a quasi un quarto di tutta l’anidride carbonica prodotta dai combustibili fossili e dalle attività industriali. Data la loro enorme popolazione e il fatto che i paesi tendono ad aumentare le loro emissioni con lo sviluppo, Cina e India potrebbero aumentare ulteriormente le loro quote in futuro”.

Il grafico di Visual Capitalist

Cotresía Visual Capitalist

Obiettivo riduzione

I paesi che immettono la quantità maggiore di CO2 nell’atmosfera hanno fissato degli obiettivi per ridurre significativamente le loro emissioni. La Cina punta alla neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2060, gli Stati Uniti hanno un preso un impegno simile per il 2050, mentre l’India prevede di raggiungere le zero emissioni entro il 2070.

Se l’utilizzo di combustibili fossili continuerà al ritmo attuale, il livello di CO2 accumulato sulla Terra potrebbe innescare eventi di estinzione di massa. A sostegno di questa teoria ci sono le almeno 19 specie scomparse negli ultimi 534 milioni di anni.

Secondo le stime di uno studio pubblicato sul sito dell’American geophysical union, esiste una soglia di concentrazione di CO2 al di sopra della quale l’ambiente della Terra è destinato ad attraversare gravi trasformazioni. In media, la concentrazione di anidride carbonica associata agli eventi di estinzione della biodiversità è di 870 parti per milione in volume (ppmv). Attualmente, la concentrazione del gas sul nostro pianeta è stimata in 421 ppmv.

L’Agenzia internazionale dell’energia riferisce che nel 2022 la produzione di CO2 derivata dall’uso dei soli combustibili fossili è stata di 36,8 miliardi di tonnellate, una quantità mai registrata prima nella storia dell’umanità.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired en español.

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