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Sono circa 200 le segnalazioni ricevute ad oggi dal Dipartimento per l’Agricoltura dell’Oregon (Stati Uniti) riguardo a casi di infezione respiratoria riscontrati nei cani. Veterinari e altri esperti stanno indagando per capire se si tratti di infezioni di origine batterica o virale, e quale sia esattamente il microrganismo responsabile. Ecco quello che sappiamo al momento.
Quanto è diffusa la malattia
Secondo quanto riporta la Oregon Veterinary Medical Association, le prime segnalazioni risalgono ad agosto di quest’anno, quando i primi casi di infezioni respiratorie “atipiche” sono stati riscontrati nei cani dell’area metropolitana di Portland e della Willamette Valley. Attualmente però i casi non si limitano allo Stato dell’Oregon, secondo la Cnn altre segnalazioni sarebbero arrivate dal Colorado, dall’Illinois e dal New Hampshire.
I sintomi
I cani contagiati mostrano tipicamente sintomi come febbre, sonnolenza, tosse, aumentate secrezioni nasali, infiammazione cronica della trachea o dei bronchi che può durare anche 6-8 settimane e che non migliora con la somministrazione di antibiotici. Nei casi più gravi possono verificarsi polmoniti croniche o acute: queste ultime possono talvolta aggravarsi e rischiare di causare il decesso dell’animale in sole 24-36 ore.
Alcune ipotesi
Alcuni cani ammalati sarebbero risultati positivi all’infezione da Mycoplasma cynos, un tipo di batterio che può appunto causare malattie respiratorie nei cani. Secondo gli esperti, però, questa non sarebbe l’unica causa dei contagi. Secondo Andrea Cantu-Schomus, direttore delle comunicazioni per il Dipartimento dell’Agricoltura dell’Oregon (Oda), i casi riportati fino a questo momento sembrerebbero infatti avere un’origine virale, anche se i comuni test diagnostici sono risultati finora in gran parte negativi.
L’Oda sta collaborando con diversi ambulatori veterinari del territorio, oltre che con il National Veterinary Services Laboratory del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, per avviare un campionamento esteso che permetterà di condurre ulteriori accertamenti. I campioni ottenuti saranno sottoposti a specifici test di sequenziamento genetico con l’obiettivo risalire all’identità del misterioso patogeno.