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Interessanti novità in arrivo da Washington nel settore dell’intelligenza artificiale. Nella giornata di ieri gli Stati Uniti, il Regno Unito e altri 16 paesi hanno presentato quello che sembrerebbe essere il primo accordo internazionale dettagliato su come tenere l’AI al sicuro da attori disonesti, spingendo le aziende a creare sistemi che siano “sicuri fin dalla progettazione“. In un documento di circa 20 pagine i paesi firmatari hanno concordato che le aziende che progettano e utilizzano l’intelligenza artificiale devono svilupparla e adottarla in modo da proteggere il pubblico più ampio da abusi.
Pur non essendo vincolante, l’accordo è degno di nota perché per dimostra l’interesse dei paesi firmatari nel mettere la sicurezza degli utenti al primo posto. Lo stesso Jen Easterly, direttore della US Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, lo ha definito “un accordo secondo cui la cosa più importante da fare in fase di progettazione è la sicurezza”. Un valore che non pochi governi sembrano intenzionati a difendere. A partire dall’Italia, che ha firmato insieme a Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Repubblica Ceca, Estonia, Polonia, Australia, Cile, Israele, Nigeria e Singapore.
Secondo quanto riportato nel documento presentato domenica, tutti i paesi sono d’accordo nel voler evitare che l’intelligenza artificiale possa essere sfruttata dai criminali informatici per i loro scopi, e nel raccomandare che il rilascio dei modelli avvenga solo dopo adeguati test di sicurezza. Insomma, pur contenendo soltanto raccomandazioni utili, l’accordo fa quello che può per regolamentare l’uso dell’AI a livello globale. E forse è proprio questa la novità del documento sottoscritto dai 18 paesi. Finalmente, dopo tanto tempo, anche gli Stati Uniti salgono sulla carrozza della regolamentazione dell’AI – dove i paesi dell’Unione Europea sono saliti oramai da un po’. Una svolta interessante, che potrebbe avere non poche ripercussioni sullo sviluppo dell’intero settore. Ma, sempre e comunque, all’insegna della sicurezza.