giovedì, Dicembre 26, 2024

Qomodo: nasce il Italia il buy now, pay later delle spese essenziali

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Entrare nell’industria del buy now, pay later senza puntare sugli acquisti commerciali di largo consumo, ma scommettendo tutto sulle spese “impreviste e irrinunciabili” che possono gravare pesantemente sul bilancio familiare. Qomodo è la startup italiana che ha stregato gli investitori, guidati da Fasanara Capital: in pre-seed ha raccolto 34,5 milioni di euro, di cui 4,5 milioni in equity e 30 milioni di debito in credit facility, per consentire di spacchettare una spesa importante in più tranche e senza interessi. “Non siamo come gli altri operatori di buy now, pay later (Bnpl), ma ci avviciniamo a chi fa credito al consumo – spiega il co-founder Gianluca Cocco -. Il nostro focus è sul mondo fisico e siamo concentrati sulle spese essenziali in categorie come veterinari, dentisti o meccanici. Se il ticket medio degli operatori tradizionali di Bnpl è di 100-150 euro, il nostro è di mille euro che possono essere divisi in rate variabili sempre senza interessi per il cliente finale”.

Il modello di business si basa su una commissione e un canone fisso per un modulo Saas che consente pagamenti dilazionati, pay-per-link e digitali. Tutto a carico dell’esercente che, come avviene per il Bnpl tradizionale, incassa subito e può ampliare la sua base clienti, andando a intercettare chi non avrebbe magari avuto la capacità di spesa immediata.

“Il Bnpl negli ultimi anni è stato sdoganato online, oggi lo stesso cliente chiede di poter dilazionare il pagamento anche nel mondo fisico. In verticali super emergenziali gli esercenti hanno già il loro il pos, ma non avevano ancora queste soluzioni di pagamento”, aggiunge Gaetano De Maio, co-founder di Qomodo. “Per noi – spiega – il Bnpl è un punto di partenza: il nostro obiettivo è aumentare la serie di prodotti offerti e diventare il punto di incasso unico dei merchant. Vogliamo accentrare tutti i pagamenti per dare maggiore competitività sul mercato”.

Break even a mille esercenti convenzionati

Il prossimo passo saranno le partnership con i software gestionali che permetteranno di integrare i tools di Qomodo e portare la fintech direttamente nelle casse. Oggi sono 500 gli esercenti che in Italia hanno attivato Qomodo, il break even secondo i co-founder potrà arrivare già quando saranno stati raggiunti un migliaio di negozi e studi professionali convenzionati. “C’è un burning need: oggi gli esercenti fanno da banca ai clienti che non possono pagare. Noi ci prendiamo il rischio di impresa”, sottolinea Cocco che in passato è stato tra managing director di Foodora.

Qomodo è nata in un’epoca difficile per il Bnpl: la stagnazione economica che assomiglia a una recessione e l’aumento dei tassi di interesse varato negli ultimi mesi dalle banche centrali mette a rischio un business fondato sui prestiti senza spese.

Cocco spiega che Qomodo ha già gli anticorpi giusti. “Quando abbiamo ideato la startup abbiamo visto che il mercato stava cambiando e abbiamo cercato il modello di business perfetto per questa era che non può più godere dei tassi a zero. In un momento scandito dalla recessione – aggiunge – sono le spese di largo consumo che vengono tagliate per prime; il trend delle spese impreviste invece migliora: se si rompe l’automobile che uso per andare a lavoro sono più portato ad aggiustarla”.

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