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Tesla ha intentato una causa contro la Svezia. L’azione legale della casa di auto elettriche rappresenta una risposta al tentativo dei sindacati locali di interrompere la sua attività nel paese, nel contesto della battaglia in corso sui diritti dei lavoratori svedesi.
Nella causa, depositata lunedì, Tesla afferma di aver citato in giudizio lo “Stato svedese attraverso l’Agenzia dei trasporti svedese” perché i membri del sindacato locale si sono rifiutati di consegnare nuove targhe all’azienda, impedendole di fatto di continuare a vendere auto nel paese. A stretto giro, il tribunale distrettuale di Norrköping ha stabilito che a Tesla dovrà essere permesso di aggirare le regole esistenti e ritirare le targhe in autonomia. L’Agenzia dei trasporti svedese ha 14 giorni per rispondere alla sentenza.
La battaglia dei lavoratori svedesi
I sindacati svedesi descrivono la loro battaglia contro Tesla come una questione esistenziale per il mercato del lavoro svedese. In Svezia non ha leggi che definiscono i diritti dei lavoratori, come per esempio il salario minimo. Il 90 per cento dei lavoratori svedesi è coperto da un contratto collettivo, che regola i rapporti tra i datori di lavoro e i loro dipendenti, determinando aspetti come i salari, le pensioni e gli orari di lavoro. Il rifiuto da parte di Tesla di sottoscrivere un contratto collettivo con i suoi meccanici ha fatto infuriare i vertici sindacali, che temono che l’azienda possa creare un precedente.
“È in gioco tutto il sistema – dichiara Tommy Wreeth, presidente del sindacato svedese dei lavoratori dei trasporti, i cui membri si stanno rifiutando di scaricare le merci di Tesla nei porti svedesi –. Ecco perché tutti i sindacati svedesi considerano questa battaglia cruciale“.
Tesla ha smesso di ricevere le nuove targhe quando il Seko, il sindacato svedese che rappresenta i lavoratori delle poste, si è unito a uno sciopero nazionale contro l’azienda il 20 novembre. Il Seko ha dichiarato che i suoi membri non avrebbero più consegnato posta, pacchi o bancali all’azienda fino a quando quest’ultima non avesse firmato un contratto collettivo con i meccanici automobilistici svedesi, in sciopero dal 27 ottobre. Nel tentativo di ottenere lo sblocco dei pacchi Tesla ha anche fatto causa a PostNord, un servizio postale che opera nei paesi nordici.
Una crisi che si allarga
Le cause rientrano nella crisi crescente in atto al momento in Svezia, dove anche altri sindacati hanno aderito all’azione contro Tesla. La rivolta è iniziata con il sindacato che rappresenta i meccanici, If Metall, e si è allargata quando altre organizzazioni che rappresentano i lavoratori svedesi hanno introdotto delle “misure di solidarietà” per spingere l’azienda a firmare. Al momento, gli addetti alle pulizie del paese si rifiutano di pulire gli showroom di Tesla, gli elettricisti non riparano le colonnine di ricarica dell’azienda e i portuali si rifiutano di scaricare le sue merci nei porti svedesi.