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Un segnale eloquente della fase finale dei social media è l’infinito rigurgito di nostalgia riconfezionato in modo accattivante. I gusti invecchiano e l’esperienza utente che una volta offrire una sensazione di scoperta vertiginosa ora regala uno strano senso di comfort. Era inevitabile, ovviamente. Le stagioni cambiano, le app si trasformano e gli utenti imparano a inseguire l’adrenalina del futuro su nuovi ed esotici dispositivi.
Quando ha raggiunto la popolarità di massa nel 2020, durante la prima ondata di Covid-19, TikTok ha segnalato il riposizionamento delle cose a cui attribuivamo valore. I nostri gusti erano in fase di riprogettazione. L’offerta dell’app era tanto solida quanto sconcertante: balletti, consigli di bellezza, appropriazione razziale, indagini di sedicenti esperti e altre bizzarrie ancora alimentavano il flusso algoritmico della piattaforma. L’esperienza sull’app non era solo infinita, ma anche divertente. TikTok si è guadagnato la reputazione di posto in cui si creavano le tendenze ed è diventato il quartier generale ufficioso degli influencer della Gen Z (ma anche dei de-influencer, perché internet è una commedia degli errori che si ripete in eterno).
Oggi il social network rappresenta il precursore ideale dell’era dell’intelligenza artificiale e di tutto ciò che sta portando la prossima rivoluzione digitale, con l’offuscamento delle diverse realtà. TikTok diventa quindi il tonico perfetto: un mondo di multimedialità ciclica che permette di creare, vivere o semplicemente guardare contenuti a piacimento. Un’anticipazione di 60 secondi di tutto quello che sta per arrivare, consegnata on demand.
Per molte persone, è su un’app di questo tipo che le sensazioni che regala la vita digitale si manifestano con la maggiore vitalità. Ma come suggerisce Jackson Arn, nell’arte le sensazioni estreme rappresentano una strategia rischiosa: l’opera d’arte seduce, ma genera anche disgusto.
Mi chiedo se non sia proprio questo lo scopo delle tecnologie social. Farci sentire un po’ più vivi, sbloccando in continuazione sensazioni sopite: eccitazione, stupore, soddisfazione. Persino il disgusto ha la capacità di affascinare, perché anche il disgusto porta con sé il bisogno di condividere, commentare o capire la natura dello spettacolo a cui stiamo assistendo e il suo funzionamento. Solo che il fascino esercitato da TikTok funziona fin troppo bene, e quando invecchiamo – caricando sulle spalle le esperienze della nostra vita cercando di non farci schiacciare – ci ritroviamo a bramare costantemente quelle sensazioni.