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Raccontando lo stesso trend da un altro punto di vista, si potrebbe dire che è un po’ come se anche i grandi animali del cinema crescessero nel tempo, da giovani esemplari ad adulti, nel rispetto delle regole della biologia. In questa chiave di lettura, però, le dimensioni stanno aumentando in modo spropositato, dato che sono quasi triplicate in poco più di mezzo secolo.
Per una narrazione credibile, anche King Kong ha subito variazioni nelle sue dimensioni nel corso degli anni: nel 1933, al tempo del suo debutto sul grande schermo, era alto solo 7,3 metri. Nella nuova pellicola, invece, è grande quasi quanto il suo compagno-rivale, raggiungendo i 100 metri: una scelta necessaria per permettere uno scontro alla pari tra le due creature.
L’ingigantimento e la metafora sociale
Al momento della sua ideazione, Godzilla era una metafora di distruzione indiscriminata, in particolare dei test di bombe all’idrogeno degli Stati Uniti nelle isole Marshall, che nel film avevano distrutto l’ecosistema marino del mostro. È stato ipotizzato, a livello sociologico, che il Godzilla della cinematografia si sia trasformato in risposta a un aumento dell’ansia collettiva, con la tesi implicita che la società sia in una condizione di peggioramento continuo.