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Per questo l’industria nazionale del settore ha deciso di riprendere una produzione interna che possa mettere l’Italia non solo al pari del periodo pre-Covid, ma anche renderla più resiliente verso la domanda del futuro. Così servono le eccellenze tra le giovani imprese italiane che possano essere utili a creare avanguardie in questo settore. “L’obiettivo finale di Primary Site è agevolare le startup e le pmi altamente innovative e fortemente impegnate in ricerca e sviluppo a portare sul mercato le loro innovazioni. Questa iniziativa stimola sinergie tra settore pubblico e privato per supportare direttamente i medici e i pazienti. La nostra priorità è proprio quella di garantire che siano i pazienti a beneficiare tempestivamente dei progressi tecnologici nel campo della salute”, spiega Nicola Barni, presidente di Confindustria Dispositivi Medici. L’obiettivo è stato selezionare nell’ultimo anno 10 startup che hanno avuto accesso a un percorso di formazione dedicato agli aspetti regolatori in merito ai nuovi regolamenti che impattano sull’immissione di un dispositivo medico sul mercato e l’accesso al credito e ai finanziamenti potenziali.
Tra le proposte, guida autonoma e analisi dati
Nel progetto Primary Site si trovano aziende come Alba Robot, che ha creato un dispositivo robotico per la micromobilità a guida autonoma, connesso e digitale. Quindi U-Care Medical che ha ideato una piattaforma software di Clinical Artificial Intelligence per analizzare i dati clinici dei pazienti ricoverati in terapia intensiva in tempo reale, così da offrire ai medici allarmi predittivi per la gestione proattiva delle complicazioni e il miglioramento della qualità delle cure. Un’altra pmi selezionata è MyEcho, spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che presenta una tecnologia innovativa per semplificare le procedure di acquisizione di dati ecografici. C’è quindi Tensive, startup biomedicale che intende sviluppare protesi innovative con l’obiettivo di offrire una naturale ricostruzione o aumento del seno, attraverso biomateriale sintetico biodegradabile: l’azienda punta a ridare un seno totalmente naturale alle pazienti oncologiche che si sono sottoposte a mastectomia totale o parziale. Ancora, nel progetto c’è Valuebiotech, azienda impegnata nello sviluppo del primo robot progettato per offrire una chirurgia indolore e senza lasciare cicatrici ai pazienti.
Plasma freddo per le ferite e diagnosi predittive
Scorrendo la lista delle startup selezionate da Primary Site, si scopre Avanchair, azienda che a realizzato la prima sedia a propulsione elettrica che monta un sistema di traslazione e regolazione, rendendo semplice un’operazione fondamentale per una persona in carrozzina: la possibilità di trasferirsi dalla sedia ad un’altra superficie. Fidelio Medical sta invece lavorando su un dispositivo diagnostico per evidenziare efficacemente l’anemia e la carenza di ferro, fornendo una diagnosi immediata e un trattamento efficace. Interviene sul tema della creazione di materiali utili Nadir, altra azienda supportata dal progetto di Confindustria, che è impegnata nello sviluppo di un dispositivo elettromedicale al plasma freddo per la cura delle ferite croniche, le ulcere diabetiche e la disinfezione cutanea. Sviluppare test diagnostici in vitro, principalmente per patologie oncologiche, è invece l’obiettivo di Nib Biotec, spin off dell’Università di Torino. Al momento, è concentrata sull’analisi delle urine per individuare casi di tumore alla prostata: obiettivo è portare sul mercato un dispositivo utile entro il 2025. Altro strumento di screening chiamato Endomax è invece il risultato della ricerca di Strumedical: un dispositivo per la valutazione della funzione endoteliale in modo non invasivo, utile per la diagnosi precoce di una disfunzione dell’endotelio.
Il settore dei dispositivi medici in Italia
Apparecchi per la biomedica strumentale, attrezzature tecniche, elettromedicali e supporti di ausilio, dispositivi a base di sostanze, diagnostica in vitro, servizi di vario genere e per l’home e la digital care. Sono alcuni esempi di dispositivi medicali più o meno complessi, un settore che genera un mercato dal valore di 17,3 miliardi di euro in Italia: impiega cinquemila aziende che occupano 118.837 dipendenti. In questo ambito, altamente innovativo e specializzato, le piccole aziende convivono con i grandi gruppi. La spesa sanitaria pubblica destinata ai dispositivi medicali pesa circa il 5% della spesa sanitaria totale ed è in continuo aumento. Con la crisi pandemica si è registrato un trend significativo che ha visto questa voce crescere di oltre il 5% dal 2019. C’è quindi bisogno di trovare soluzioni produttive nazionali. “L’innovazione, essenziale in ogni settore, riveste un ruolo cruciale nel campo dei dispositivi medici fungendo da linfa vitale e fondamento imprescindibile per garantire un livello sempre più elevato di cure – spiega Barni – Un paradigma di open innovation che agisce come catalizzatore per accelerare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie avanzate”. Da questa idea, nasce l’impulso alle startup di Primary Site.