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Microsoft ha fatto intendere di essere interessata all’acquisto di TikTok e potrebbe essere una delle uniche opzioni praticabili. E anche se l’azienda fondata da Bill Gates controlla LinkedIn, il servizio di networking professionale non può certo essere considerato un rivale del social.
Nel caso fosse invece una società di private equity, come per esempio Blackstone, ad acquisire TikTok senza il suo invidiato algoritmo, ricostruire il cuore dell’app potrebbe rivelarsi un’impresa. Un’azienda del genere probabilmente non avrebbe le competenze necessarie per riorganizzare rapidamente da zero una piattaforma di social media basata su un feed. E anche se ci dovesse provare, temo che il risultato non sarebbe particolarmente accattivante.
L’eredità di TikTok e gli sviluppi legali
Nell’eventualità in cui non si riuscisse a trovare un nuovo proprietario per il social, agli utenti americani rimarrebbero soltanto gli Shorts di YouTube e i Reels di Instagram. La popolarità di TikTok negli Stati Uniti ha costretto Google e Meta a investire nei video verticali, che però si rivolgono soprattutto alle generazioni più giovani. Colmare il vuoto lasciato da TikTok negli Stati Uniti, insomma, non sarebbe facile.
Ma per gli utenti americani di TikTok c’è ancora uno spiraglio. La società ha definito la legge approvata la settimana scorsa incostituzionale, e sembra convinta di poterla fare annullare: “Crediamo che i fatti e la legge siano chiaramente dalla nostra parte e che alla fine prevarremo“, ha dichiarato mercoledì un portavoce dell’app. Va sottolineato che l’anno scorso l’azienda aveva già usato un’argomentazione simile, ottenendo il blocco di un divieto locale approvato nel Montana.
Al di là dell’esito della causa, ad ogni modo, TikTok è destinato a cambiare. Il punto è capire come.
Questo articolo è tratto dalla newsletter Plaintext, apparsa originariamente su Wired US.