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Più di 185mila persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni a causa delle inondazioni in Kenya. Da marzo 2024, il paese dell’Africa orientale sta venendo colpito da piogge intensissime che hanno causato circa 140 morti. Si tratta dell’ennesimo evento climatico estremo innescato dalla crisi del clima dovuta alle attività umane, i cui effetti si stanno scatenando in maniera preponderante in quei paesi meno responsabili della crisi, ma più esposti ai disastri.
Le ultime 45 persone rimaste uccise a causa delle inondazioni in Kenya sono state travolte da un’enorme frana, causata dalla rottura di un canale di scorrimento sotterraneo, intasato dai detriti trascinati dalle acque e incapace di smaltire l’enorme quantitativo di pioggia caduta. Secondo quanto riporta Reuters, la massa d’acqua ha travolto e distrutto una linea ferroviaria, scatenando una frana che ha travolto edifici e persone ad alta velocità. Il numero dei feriti è di circa 110 persone.
Le inondazioni stanno distruggendo campi e attività produttive in tutto il paese, scuole e uffici sono stati chiusi e solo nella capitale, Nairobi, 10 mila persone sono state evacuate dalle proprie case. Il presidente William Ruto ha indicato tutte le persone colpite come vittime della crisi del clima. Mentre il ministro dei Trasporti, Kipchumba Murkomen ha dichiarato ai giornalisti che il bilancio delle vittime potrebbe salire ulteriormente.
Ma il disastro non si sta fermando al Kenya. Altre inondazioni stanno colpendo altri paesi dell’Africa orientale, tra cui Tanzania, dove sono rimaste uccise almeno 155 persone, e Burundi, dove sono state sfollate circa 96 mila persone. Altre 48 persone sono morte in Uganda e 4 in Etiopia. L’ultima inondazione record ha colpito l’area solo pochi mesi fa, alla fine del 2023 e gli scienziati continuano ad avvertire che la crisi del clima renderà questi eventi estremi sempre più frequenti e devastanti.