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I numeri del post contro Vannacci
“Non pensare all’elefante”, direbbe il linguista e scienziato cognitivo George Lakoff. Il suo celebre saggio parla esattamente di quello che è avvenuto con il post su Vannacci: “Il libro di Lakoff suggerisce come non appropriarsi dei temi e delle strategie comunicative proprie degli avversari politici per evitare di richiamare quei temi e strategie – spiega la professoressa Bracciale -. Facendo una similitudine, in questo caso, è stato messo al centro della stanza il generale Vannacci. La richiesta di ignorarlo ha creato così un cortocircuito comunicativo aumentando di fatto la visibilità di quel contenuto”.
Su X l’immagine di Vannacci ha ricevuto più di 700mila visualizzazioni. Ecco, tenendo conto che la media dei dieci contenuti precedenti ha registrato una media di 38mila visualizzazioni (il più alto è un video della segretaria del Pd Elly Schlein alla manifestazione del 25 aprile, con 83mila views) si può dire che il post sul generale non sia stato esattamente ignorato. Anche su Instagram l’effetto “al contrario” si è visto tutto: il post di Vannacci è il secondo con più like degli ultimi dieci contenuti pubblicati sul profilo del Pd, quasi 9 mila (con 900 commenti). Il paradosso è tutto in questi numeri: più il contenuto sarà virale, meno raggiungerà il suo reale obiettivo. E infatti domenica 28 aprile, il giorno dopo la pubblicazione del post, “Vannacci” è al primo posto delle tendenze di X. Sia chiaro, non solo per il post del Pd, anche e soprattutto per le deliranti dichiarazioni rilasciate in questi giorni dal neocandidato leghista in alcune sue interviste. Se il fine ultimo è cercare di ignorarlo, perché creare un contenuto che va ulteriormente ad alimentare questo flusso?
La contrapposizione nella comunicazione politica funziona solo per la destra?
La strategia comunicativa che si basa sulla contrapposizione, in politica, è un tema ricorrente. L’idea di schierarsi contro qualcuno però sembra funzionare solo per la destra. Nella stessa giornata del post contro Vannacci del Pd, ne è stato pubblicato uno molto simile da parte di Susanna Ceccardi, già europarlamentare della Lega, di nuovo in lizza per le elezioni del 2024. Nel suo manifesto Ceccardi fa la stessa cosa, si contrappone a quello che per gli elettori di destra è un nuovo nemico comune: Ilaria Salis, l’attivista incarcerata in Ungheria che ha trovato un accordo per candidarsi tra le fila con Alleanza Verdi sinistra.
Anche Pietro Fiocchi, candidato per Fratelli d’Italia, ha scelto un nemico comune: Greta Thumberg. Nel suo manifesto elettorale si legge la frase: “Miss Thumberg go back to school”, si tratta di un’autocitazione dello stesso Fiocchi. L’eurodeputato meloniano ha pronunciato questa frase nel 2020 proprio dopo l’intervento sul clima fatto dall’attivista svedese a Strasburgo. Si tratta di una dimostrazione empirica di quanto sostiene Lakoff: la strategia della contrapposizione a destra funziona molto più che a sinistra.