Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Cloropicrina, un’arma chimica, contro l’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno formalmente accusato la Russia di aver usato armi chimiche “come metodo di guerra” contro l’Ucraina e hanno imposto nuove sanzioni su aziende ed enti governativi russi. In una dichiarazione del primo maggio, il Dipartimento di Stato americano ha affermato di aver “stabilito che la Russia ha usato l’arma chimica cloropicrina contro le forze ucraine in violazione della Convenzione sulle armi chimiche”.
Il comunicato ha aggiunto che la Russia ha anche usato “agenti antisommossa” o gas lacrimogeni durante il conflitto. “L’uso di tali sostanze chimiche non è un incidente isolato ed è probabilmente motivato dal desiderio delle forze russe di dislocare le forze ucraine da posizioni fortificate e ottenere guadagni tattici sul campo di battaglia”, si legge nella nota. Le conclusioni degli Stati Uniti sarebbero in linea con le testimonianze delle truppe ucraine che affermano di aver riscontrato negli ultimi mesi un aumento degli scontri con gas e altre sostanze chimiche irritanti in alcune zone del fronte.
Cos’è la cloropicrina
La cloropicrina, o tricloronitrometano, è un liquido denso e inodore dal colore giallo pallido o verde chiaro. Nel 1848, il chimico scozzese J. Stenhouse preparò la cloropicrina trattando l’acido picrico con ipoclorito di sodio: oggi la cloropicrina invece viene prodotta dalla reazione tra nitrometano e ipoclorito di sodio. Le sue proprietà di lacrimogeno spinsero la Germania a usarlo come gas contro le forze alleate durante la Prima Guerra Mondiale, tra i primi casi nella storia di uso di un’arma chimica.
La cloropicrina induce lesioni nel tratto respiratorio inferiore, provocando una diminuzione della frequenza respiratoria anche del cinquanta percento. Ha forti proprietà lacrimatorie ed è un potente irritante cutaneo: l’esposizione avviene principalmente per inalazione dei vapori e per contatto diretto con la pelle, le mucose o gli occhi. Pertanto, le esposizioni cutanee e oculari sono le vie più comuni di tossicità; può indurre vomito e bronchite, anche se il tratto respiratorio è il principale bersaglio della sostanza. L’insorgenza dei sintomi è molto rapida: anche una concentrazione moderata provoca gravi disfunzioni respiratorie entro sei-otto ore. Nell’industria chimica è ampiamente utilizzata nei fungicidi e negli insetticidi per sterilizzare il suolo e le sementi e per sterminare i roditori.