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Dal 7 maggio 2024 il vaccino contro Covid-19 di AstraZeneca non è più autorizzato per il commercio nell’Unione Europea. L’avviso rilasciato dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) segue la decisione volontaria dell’azienda, che già a marzo scorso ha scelto di smettere di produrre e di fornire il prodotto. E malgrado quanto si possa leggere in giro, soprattutto sui social, il ritiro non è dovuto alle vicissitudini aziendali relative agli effetti collaterali del vaccino. Forse per qualcuno sarà deludente, ma la motivazione è industriale: il vaccino anti-Covid di AstraZeneca è obsoleto, non è stato aggiornato alle nuove varianti di Sars-Cov-2 in circolazione, e non viene più richiesto.
Vaxzevria è uno dei primi vaccini per prevenire le forme gravi di Covid-19 approvati con iter accelerato in piena pandemia. E come ricordano governi, società scientifiche e istituzioni, in primis l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è stato uno strumento fondamentale nell’emergenza Covid, permettendo di salvare milioni di vite.
Effetti collaterali (rari) e rapporto rischi-benefici
Come ogni presidio sanitario, anche Vaxzevria, però, può avere effetti collaterali. In particolare, il vaccino di AstraZeneca è stato associato a un maggior rischio di trombosi con trombocitopenia, soprattutto nei giovani adulti (motivo per cui si è preferito riservare le dosi per altre fasce di popolazione). Questo effetto avverso, comunque, è molto raro (2-3 persone su 100mila) e per gli esperti non ha mai alterato il rapporto rischio-beneficio: i rischi connessi alla vaccinazione erano molto inferiori a quelli che si sarebbero corsi ammalandosi.
Vaxzevria è un vaccino tradizionale, costituito da un adenovirus modificato per esprimere antigeni propri del coronavirus Sars-Cov-2 e stimolare una reazione immunitaria e la sintesi di anticorpi. Proprio la tecnologia più convenzionale, però, potrebbe essere stata il suo punto debole rispetto ai competitor: i vaccini a mRna, per esempio, si sono dimostrati più facilmente e velocemente adattabili alle successive varianti di Sars-Cov-2, in grado quindi di fornire una protezione maggiore.
Non essendo più aggiornato, Vaxzevria nel tempo non è stato più richiesto, portando l’azienda produttrice a decidere di sospenderne la produzione.