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Pertosse: oltre 25mila casi nel 2023 e più di 32mila solo nei primi tre mesi del 2024. Si contano anche 19 decessi: 11 tra i lattanti e 8 tra gli over 60. L’infezione batterica endemica, sta tornando a crescere in Europa. Sono i dati appena comunicati dallo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), che torna a ribadire l’importanza della vaccinazione, anche quella materna in gravidanza per prevenire la malattia nei più piccoli.
Cos’è la pertosse
La pertosse è una malattia causata dall’infezione da parte del batterio Bordetella pertussis.
Può colpire a qualsiasi età, ma è più frequente nei bambini sotto i 5 anni, categoria che può risentire delle conseguenze più gravi (sovrainfezioni che determinano l’insorgenza di polmoniti, otiti, bronchiti, crisi convulsive e encefaliti, fino al decesso). Quando sintomatica, la malattia si manifesta dapprima con naso che cola, starnuti, lacrimazione, tosse moderata e febbre (fase catarrale); in una seconda fase (detta parossistica o convulsiva) la tosse peggiora ed è accompagnata da catarro molto denso che può provocare conati di vomito. La pertosse può durare anche sei settimane e nei bambini molto piccoli è anche causa di apnea, cianosi (quando la pelle e le mucose assumono una colorazione bluastra) e soffocamento.
La pertosse si trasmette per via aerea ed è molto contagiosa. È endemica in Europa così come nel resto del mondo: con l’avvento del vaccino casi e relativi decessi sono notevolmente diminuiti; tuttavia, presenta un andamento a ondate, con epidemie più grandi ogni 3-5 anni.
Le raccomandazioni
Come ricorda l’Ecdc, l’obiettivo primario è quello di ridurre la morbilità e la mortalità nei neonati, che sono i soggetti più vulnerabili. Un obiettivo che si può raggiungere mantenendo un’elevata copertura vaccinale. La pertosse, infatti, può essere prevenuta grazie a un vaccino, che in Italia viene somministrato all’interno della cosiddetta esavalente al terzo, quinto e undicesimo mese di vita. Il vaccino non contiene il batterio intero ma solo alcune sue proteine; l’immunizzazione non è permanente, per questo nel nostro Paese è previsto un richiamo nei bambini intorno ai 6 anni e negli adolescenti. Gli esperti raccomandano con forza la vaccinazione anche per le donne in gravidanza, un approccio molto efficace per prevenire la malattia e le sue gravi conseguenze nei neonati.
L’Ecdc, inoltre, suggerisce ai Paesi membri azioni per aumentare la consapevolezza non solo della popolazione ma anche degli operatori sanitari sulla situazione epidemiologica della pertosse nella loro area geografica, sulla presentazione clinica della malattia e sulla prevenzione attraverso la vaccinazione. Il quadro clinico della pertosse, infatti, è variabile anche in relazione all’età dei pazienti e il sospetto clinico è spesso basso.
“L’aumento nel numero di casi di pertosse in Europa mostra che dobbiamo essere vigili. È una malattia seria, soprattutto nei lattanti. Abbiamo vaccini sicuri ed efficaci che possono prevenirla”, ha affermato in una nota la commissaria europea per la salute Stella Kyriakides. “La vaccinazione è la chiave per salvare vite e impedire alla malattia di diffondersi ulteriormente”.