sabato, Luglio 6, 2024

L'intelligenza artificiale è in cima alle preoccupazioni del Garante della privacy

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Le nuove generazioni tra AI e odio online

Come lo scorso anno – quando il Garante ha parlato del cosiddetto “Uomo di vetro”, che corre il pericolo di diventare trasparente a causa delle tecnologie forse destinate a leggere nel pensiero – Ai generativa e massiccio uso dei social sono stati al centro degli interventi dell’Autorità perché, tra le maggiori preoccupazioni di quest’ultimo, vi è l’eventualità che l’abuso di tali strumenti porti le nuove generazioni a “confondere la vita con le sue rappresentazioni“. Anche perché, a volte, può capitare che il reale sia più complesso delle soluzioni offerte dalle tecnologie – se è vero che il 65% degli studenti utilizzi l’AI per fare i compiti, Stanzione rimanda alle difficoltà riscontrate da ChatGPT nel provare a tradurre la versione di greco (Minosse, o Della legge attribuito a Platone) proposta agli esami di maturità in corso.

Violenza sul web, revenge porn (299 le segnalazioni arrivate all’Autorità nel 2023) e tutela online dei minori attraverso “l’azione di vigilanza sull’età di iscrizione ai social” sono gli altri temi legati al rapporto tra giovani e piattaforme, con il Garante che parla della necessità di una “pedagogia digitale”, ritenuta fondamentale per la futura tenuta della democrazia.

Il caso ChatGPT e i furti di dati

Oltre a esprimere soddisfazione per l’implementazione dell’AI Act (“il tentativo più avanzato dell’Europa di delineare una strategia antropocentrica di governo della tecnica”) nella Relazione il Gruppo rivendica il temporaneo blocco di ChatGPT del marzo 2023, quando il Garante ha voluto indagare sulla presunta “raccolta illecita di dati personali e assenza di sistemi per la verifica dell’età dei minori”. Un’iniziativa che, parallelamente alla costituzione di un gruppo di lavoro europeo sul tema, ha poi condotto alla riapertura della piattaforma con maggiori garanzie di trasparenza nel trattamento dei dati. Così come alta è stata l’attenzione rivolta al diffondersi di sistemi di riconoscimento facciale: il Garante ha “inviato un avvertimento a Worldcoin società fondata da Sam Altman – in relazione al progetto di scansione dell’iride in cambio di criptovalute, senza adeguate garanzie” e informazioni per gli utenti.

Infine, i servizi pubblici, con l’invito rivolto dall’Autorità alle regioni affinché si impegnino maggiormente nell’uniformare le strategie di implementazione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) 2.0, strumento che ancora oggi vede applicazioni a diverse velocità nelle varie aree del Paese. Ma non tutto è oscuro. Il Garante, ad esempio, ricorda la pubblicazione di un decalogo sulle norme giuridiche ed etiche “da tenere in considerazione nella realizzazione di servizi sanitari nazionali che prevedano l’utilizzo di soluzioni di IA” come, appunto, il Fascicolo.

Nel pubblico come nel privato, però, ulteriori minacce derivano anche dai cosiddetti data breach, ovvero “la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati”. Le segnalazioni di simili violazioni arrivate al Garante lo scorso anno sono 2037. Nel 37% dei casi hanno interessato il settore pubblico (specialmente Comuni, scuole e strutture sanitarie), mentre il 63% degli episodi ha colpito piccole e medie imprese e grandi società. I casi rilevati sono in netto aumento rispetto al 2022, quando al Garante erano state segnalate 1351 violazioni, nel 31% dei casi al settore pubblico e nel 68,8% ai danni del privato.

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