sabato, Luglio 6, 2024

Voli cancellati e partenze in ritardo, cosa succede negli aeroporti in Europa

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Nell’ultimo fine settimana, in tutti Europa, sono stati migliaia i voli cancellati e decine di migliaia di partenze hanno subito ritardi di ore o di giorni. Le cause sono attribuibili al maltempo degli ultimi mesi, che obbliga i velivoli a seguire percorsi alternativi creando congestione, oltre che alla carenza di personale nelle compagnie aeree, negli aeroporti, nelle torri di controllo, e all’intasamento dei principali corridoi aerei.

Questo è solo il capitolo più recente di una situazione che si è complicata negli ultimi anni e che la scorsa settimana ha registrato un aumento dei ritardi del 153% rispetto allo stesso periodo del 2023. Metà dei voli cancellati a livello globale durante il fine settimana si trovavano in Europa. Solo il 28 giugno sono stati cancellati circa 600 voli e altri 8.000 hanno subito ritardi. Negli aeroporti inglesi e spagnoli, le partenze sono state posticipate di oltre tre ore. Anche il lunedì, 1 luglio, circa il 70% dei voli è partito in ritardo da aeroporti come Amsterdam, Francoforte, Parigi (Charles de Gaulle), Londra (Heathrow e Gatwick), Madrid e Barcellona.

Scambio di accuse

Mentre gli aerei erano fermi, a volate sono state le accuse reciproche e minacce di contenziosi tra compagnie aeree, società di gestione aeroportuale, aziende di handling (servizi aeroportuali a terra) e controllori del traffico aereo. Diverse compagnie aeree, infatti, hanno dovuto sistemare in alberghi piloti e passeggeri, a seconda della disponibilità. E a queste spese, le aziende dovranno aggiungere risarcimenti e rimborsi milionari per i viaggiatori lasciati a terra. Tra le varie compagnie, Ryanair è stata la protagonista dai più gravi disservizi negli ultimi giorni, che hanno provocato oltre 60 voli cancellati e ritardi superiori al 30% delle tratte. Il direttore operativo della compagnia low cost Neal McMahon ha criticato la gestione dei controllori del traffico aereo in Europa.

Pochi sanno ancora che si possono ottenere fino a 600 euro di compensazione se le cose vanno storte. E si moltiplicano i siti che promettono di aiutare i passeggeri in crisi di nervi

Le cause

Diversi addetti ai lavori spiegano che in Europa persistono criticità che non saranno risolte a breve. Alcuni puntano il dito contro la “programmazione schizofrenica” delle compagnie aeree, che annunciano nuove rotte anche poche settimane prima dell’avvio, mentre un tempo queste decisioni venivano prese con mesi di anticipo. I vettori, inoltre, “compattano i turni al limite“, racconta al Corriere un pilota di una low cost, “gli equipaggi non sono sufficienti e al primo problema vanno fuori limite, costringendo a chiamare le riserve o a cancellare i voli“.

Anche gli aeroporti affrontano diverse sfide. Nella competizione per riprendersi dalla pandemia e attrarre traffico dai rivali, molti aeroporti si ritrovano con troppi movimenti da gestire e personale insufficiente, provocando lunghi tempi di sbarco, imbarco e gestione dei bagagli. Il conflitto russo-ucraino aggiunge ulteriore stress al sistema, riducendo lo spazio aereo utilizzabile. Questo, insieme al boom dei viaggi nell’Europa centro-orientale (Balcani, Grecia), causa un intasamento dei corridoi aerei. Ieri sera, i cieli di Ungheria, Croazia e Slovenia erano tra quelli più affollati provocando non pochi disagi ai passeggeri.

Scioperi in Italia

Nel corso di luglio sono previsti diversi scioperi presso i principali aeroporti italiani. Il 5 luglio si fermeranno gli scali di Roma Fiumicino e Milano Malpensa, mentre il 21 luglio sarà la volta di Milano Linate e Bergamo Orio al Serio. Secondo un calcolo di ItaliaRimborso, nel mese di giugno, i viaggiatori possono richiedere fino a 15 milioni di euro in rimborsi dalle compagnie aeree a causa dei disservizi, con la cifra che potrebbe arrivare a 60 milioni entro agosto. Infatti, in base al regolamento europeo 261/2004, questa responsabilità ricade molto spesso sulle compagnie aeree, e i passeggeri possono ottenere compensazioni tra 250 e 600 euro, se il ritardo supera le tre ore o se il volo viene cancellato con meno di 14 giorni di preavviso.

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