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La vita a bordo di una nave da guerra della Marina degli Stati Uniti può essere stressante, noiosa e solitaria, per via della lontananza da amici e familiari e dei lunghi periodi di monotonia e isolamento tra gli scali in porto. Ora però Elon Musk potrebbe facilitare almeno un po’ la vita dei membri del ramo delle forze armate americane.
In un recente comunicato stampa poi cancellato del Naval information warfare systems command (Navwar), la Marina statunitense ha annunciato che sta sperimentando la possibilità di portare una connessione internet rapida e affidabile sulle sue navi da guerra. La connettività è garantita da un nuovo sistema sviluppato nell’ambito dell’iniziativa Sailor edge afloat and ashore (Sea2), che utilizza i satelliti della rete Starlink – la costellazione gestita da SpaceX, la società aerospaziale di Musk – e da altri fornitori di internet a banda larga nello spazio. Il Navwar dichiara che il sistema ha “applicazioni in tutta la Marina“.
Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti si affida da decenni a una rete di satelliti obsoleti per fornire ai membri del servizio miliare marittimo un accesso al web che però è decisamente lento, come si legge in un comunicato aggiornato che il Navwar ha condiviso con Wired US. Grazie alle migliaia di satelliti che offrono copertura da un’orbita significativamente più bassa, aziende come Starlink e Eutelsat OneWeb sono invece in grado di fornire una connessione di gran lunga superiore.
La Marina USA si affida a Starlink
Il sistema di Sea2, che è stato ribattezzato Sttng (Satellite terminal transportable non-geostationary), consente a una nave da guerra di accedere ai satelliti nell’orbita bassa della Terra con una velocità di connessione mediana di 30-50 megabit al secondo, sempre secondo il Navwar. Con l’installazione di antenne Starlink supplementari, il sistema può addirittura raggiungere una velocità di un gigabit al secondo.
Il Navwar ha dichiarato di aver eliminato il comunicato stampa iniziale, che mostrava l’installazione di un terminale Starlink a bordo della portaerei USS Abraham Lincoln, per “eliminare le imprecisioni e garantire la correttezza delle informazioni“, spiega a Wired US Elisha Gamboa, portavoce del comando della Marina.