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Peccioli (Pisa) – La discarica di Peccioli? Più che una discarica, è un miracolo a cielo aperto: una di quelle soluzioni nazionali d’avanguardia sulla gestione dei rifiuti che potrebbe diventare un benchmark per il futuro del Belpaese. Questo impianto gestisce ogni giorno tra le mille e le 1200 tonnellate di rifiuti che arrivano principalmente da Pisa, Lucca, Massa, Livorno ma spesso anche dal resto della Toscana. E genera ricavi che superano i 50 milioni di euro l’anno, distribuendo dividendi milionari ai suoi proprietari: il Comune e gli abitanti di Peccioli.
Paesino del pisano che conta meno di cinquemila anime, Peccioli è stato eletto quest’anno Il borgo dei borghi dall’omonima trasmissione di Rai3. Un riconoscimento che premia le gemme del Belpaese, perse nella natura, dove la qualità della vita è enorme, il turismo cresce e il panorama è mozzafiato: non proprio la descrizione che uno si aspetta per un paese accanto ad un’enorme discarica. Eppure, un miracolo non passa inosservato: neanche agli occhi dei turisti.
Così una piccola comunità destinata a morire per la crisi economica e la mancanza di opportunità appena 40 anni fa, oggi è una realtà ricca che ha investito nella crescita di servizi e infrastrutture del territorio e si è trovata a diventare, quasi per caso, un museo di arte contemporanea diffuso. Meta di turisti da ogni dove, che fanno la fila per arrivare a suonare il campanello di una delle discariche più grandi d’Italia. Ricordando la celebre frase di Peppino Impastato, “se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”. Realizzare un apparente paradosso di virtù estetica in una discarica, ad oggi simbolo di tutto ciò che si contrappone alla bellezza, è un’iniziativa importante. Da esportare sicuramente: anche in Italia.