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Prosegue il lavoro di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) per quanto riguarda i casi di infezione in Italia da West Nile Virus. Secondo l’ultimo bollettino disponibile, pubblicato il 12 settembre, dall’inizio di maggio sono stati rilevati 331 contagi negli esseri umani, di cui 42 asintomatici identificati in persone che donano il sangue, e che quindi vengono regolarmente sottoposte a controlli medici ed esami del sangue. Dei restanti, 98 si sono manifestati con sintomatologie febbrili e 191 si sono invece manifestati nella forma neuro-invasiva.
West Nile Virus, l’identikit
La cosiddetta febbre West Nile è causata da un virus appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, isolato per la prima volta nel 1937 in una regione dell’Uganda da cui ha preso il nome. Il virus del West Nile, si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, è oggi diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e Americhe.
La trasmissione agli esseri umani avviene principalmente attraverso la puntata di zanzare infette, spesso appartenenti al genere Culex. La malattia non si trasmette invece tramite il contatto diretto con una persona infetta. Il periodo di incubazione può variare fra 2 e 21 giorni, ma la maggior parte dei contagiati solitamente non sviluppa alcun sintomo.
Fra i casi sintomatici, invece, circa il 20% presenta sintomi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. I sintomi durano solitamente pochi giorni e solo raramente si protraggono più a lungo, per qualche settimana. In generale, la manifestazione della malattia varia molto a seconda dell’età, con gli anziani che solitamente sviluppano quadri più seri.
Mediamente, meno dell’1% delle persone infette sviluppa una sintomatologia grave, che può comprendere febbre alta, forte mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, encefalite e altri effetti neurologici. La mortalità è stimata a circa un caso su mille.
I numeri e il lavoro di sorveglianza dell’Iss
L’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute coordinano l’attività di sorveglianza epidemiologica che viene effettuata durante tutto l’anno sull’intero territorio nazionale, con particolare focus sui mesi estivi e autunnali (periodo in cui le zanzare e quindi anche il virus circolano maggiormente) e nelle Regioni in cui è stata identificata un’area endemica. L’attività di sorveglianza è estesa anche ad alcuni animali, in particolare agli equini, che possono contrarre il virus del West Nile.