venerdì, Gennaio 3, 2025

Unrwa, Israele ha bandito l'Agenzia Onu che assiste i palestinesi

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Il parlamento di Israele, la Knesset, ha approvato due leggi che bandiscono completamente l’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente, dal paese. Le due leggi approvate, che entreranno in vigore tra 90 giorni, vietano all’organizzazione umanitaria dell’Onu di operare in Israele, Gerusalemme Est, Cisgiordania e Gaza, e dichiarano l’agenzia organizzazione terroristica. Il provvedimento porterà alla chiusura del quartier generale a Gerusalemme Est, bloccherà la distribuzione degli aiuti umanitari attraverso il valico di Rafah e impedirà il rilascio di permessi di lavoro al personale internazionale. La decisione arriva dopo mesi di tensioni, iniziate a gennaio quando Israele aveva accusato dodici dipendenti dell’Unrwa di aver partecipato agli attacchi di Hamas del 7 ottobre. L’agenzia aveva risposto licenziando immediatamente il personale coinvolto e avviando un’indagine interna.

La comunità internazionale ha reagito in modo compatto, ma almeno per ora poco efficace. Sette paesi – Canada, Australia, Francia, Germania, Giappone, Corea del Sud e Regno Unito – hanno chiesto a Israele di fermare la legislazione. Gli Stati Uniti hanno avvertito delle possibili conseguenze: la legge americana impedisce infatti di fornire aiuti militari ai paesi che limitano l’assistenza umanitaria statunitense, anche se questa norma viene raramente applicata. La situazione è particolarmente critica a Gaza, dove quasi 2 milioni di palestinesi dipendono dall’assistenza dell’Unrwa. L’agenzia gestisce 11 centri di distribuzione alimentare che servono un milione di persone, più della metà delle quali vive sotto la soglia di povertà assoluta di 1,74 dollari al giorno.

Cos’è l’Unrwa e perché è così importante

L’Unrwa è stata fondata nel 1949, all’indomani della creazione dello Stato di Israele e della prima guerra arabo-israeliana che causò l’esodo di centinaia di migliaia di palestinesi, evento noto come “Nakba” (catastrofe). Da allora l’agenzia è diventata il principale fornitore di servizi essenziali per i rifugiati palestinesi, che oggi sono circa 5,9 milioni distribuiti tra Gaza, Cisgiordania, Giordania, Libano e Siria. L’organizzazione impiega oltre 30.000 persone, il 99% delle quali sono palestinesi locali. Come evidenziato nei documenti ufficiali dell’agenzia, gestisce 711 scuole elementari e medie, otto scuole professionali e due istituti per la formazione degli insegnanti, con oltre 526.000 studenti iscritti. Un sistema educativo che, negli anni ’60, è stato il primo nella regione a raggiungere la piena parità di genere. Le classi sono spesso sovraffollate, con 40-50 alunni, e circa tre quarti delle scuole operano su doppi turni per gestire l’elevato numero di studenti.

L’Unrwa fornisce anche assistenza sanitaria attraverso 139 strutture sanitarie di base, con uno staff medico di oltre 3.100 persone che gestisce più di 9 milioni di visite annuali. L’agenzia assiste in particolare le famiglie senza un capofamiglia maschio, considerate particolarmente vulnerabili e che costituiscono circa il 6% dei beneficiari. Il suo Dipartimento di Microfinanza ha concesso 29.000 prestiti per un valore totale di oltre 531 milioni di dollari, con il 48% destinato alle donne e il 25% ai giovani. L’agenzia opera in 59 campi profughi riconosciuti, dove vive circa un terzo dei rifugiati registrati.

Il budget annuale supera gli 800 milioni di dollari, finanziati quasi interamente da contributi volontari. Nel 2019, circa il 60% del totale degli impegni, pari a 1 miliardo di dollari, proveniva dai paesi dell’Unione europea, con la Germania come principale donatore individuale. Gli Stati Uniti hanno storicamente contribuito con 7 miliardi di dollari in totale, ma nel 2018 hanno sospeso i loro contributi di 300 milioni di dollari, creando un deficit complessivo di 446 milioni. Secondo i dati della Banca Mondiale, Gaza e la Cisgiordania ricevono un budget pro capite di aiuti internazionali di 495 dollari per persona, più del doppio rispetto a qualsiasi altro paese beneficiario che riceve più di 2 miliardi di dollari in assistenza.

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