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La Commissione Agricoltura della Camera ha espresso parere positivo sulla riduzione delle accise sulla birra e l’immediata possibile conseguenza sarebbe quella di un sensibile calo del prezzo finale. Al momento attuale, una birra alla spina è infatti appesantita da circa 80 centesimi di accisa, mentre sul più popolare formato in vendita in Italia al supermercato, ovvero la bottiglia da 0,66 l, la tassa incide su ben il 40% del prezzo finale al consumatore. Un balzello che penalizza tutta la catena a partire dai produttori locali.
“Desidero ringraziare le forze politiche di maggioranza presenti in Commissione Agricoltura della Camera per l’importante indirizzo espresso al Governo per rendere strutturale la riduzione delle accise a 2,97 euro per ettolitro grado plato, e ripristinare gli sconti per i birrifici artigianali fino 60 mila ettolitri”, ha commentato il Presidente di AssoBirra, Alfredo Pratolongo, riferendosi al parere positivo della Commissione Agricoltura riguardo al disegno di legge di Bilancio 2025. Le fasi della manovra stanno entrando infatti in questi giorni nel suo periodo più caldo, con le varie audizioni che proseguiranno fino al termine della presentazione degli emendamenti il prossimo 11 novembre. Il punto focale è il reperimento di 6,9 milioni di euro per supportare la riduzione delle accise, una mossa che avrebbe come evidenza al consumatore una riduzione del prezzo, ma che riguarderebbe da vicino anche tutta l’industria birraria nazionale.
Peraltro, si fa sempre più pressante la concorrenza estera, come sottolineato dal presidente Pratolongo: “Nel primo semestre del 2024 i dati riportano un aumento delle importazioni da paesi europei con tassazione fino a 4 volte inferiore a quella italiana, consentendo alle aziende che esportano di essere di fatto più competitive, perché il fattore prezzo è molto impattante con il potere di acquisto ridotto”. Fra pochi giorni si avranno le risposte, che potrebbero dunque dare una propulsione alla competitività della filiera sul territorio nazionale