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Forme diverse di fondo pensione sono quelle rappresentate dai piani individuali pensionistici (Pip), contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziali, che seguono regolamenti dettati dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) e garantiscono gli stessi diritti di altre forme pensionistiche complementari. Ci sono infine i fondi pensione preesistenti: già operativi prima del 1992, essi presentano caratteristiche proprie e non sempre seguono le regole di quelli istituiti successivamente. Spesso gestiscono direttamente le risorse, senza intermediari.
La gestione degli investimenti nelle forme di previdenza complementare è soggetta a norme di prudenza definite dalla legge, mirate a garantire la finalità previdenziale e non speculativa degli investimenti. In particolare, questi ultimi devono essere diversificati e rispettare i limiti imposti dalla normativa vigente, per minimizzare i rischi associati.
Come usare il tfr
Il finanziamento della previdenza complementare avviene tramite contributi diretti del lavoratore e, in caso di lavoro dipendente, anche da parte del datore di lavoro. I lavoratori dipendenti possono inoltre destinare ai fondi pensionistici il trattamento di fine rapporto (Tfr), una somma che di norma è liquidata al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
In tale caso, nel dettaglio, l’adesione alla previdenza complementare è chiaramente volontaria: entro sei mesi dall’assunzione, un dipendente può scegliere di destinare il proprio trattamento di fine rapporto maturando a un fondo pensionistico complementare. Se non si esprime alcuna scelta, il datore di lavoro trasferisce il Tfr al fondo pensione collettivo aziendale, se previsto, o in alternativa al fondo istituito presso l’Inps (Fondinps).
Il diritto alla pensione complementare matura con il raggiungimento dei requisiti di accesso stabiliti dal regime obbligatorio di riferimento, con almeno cinque anni di partecipazione a un fondo. Il lavoratore può scegliere di ricevere la pensione in forma di rendita vitalizia o, entro certi limiti, in un’unica somma. È possibile inoltre richiedere un’anticipazione per spese specifiche, come quelle sanitarie, per l’acquisto della prima casa o per ristrutturazioni edilizie. In caso di necessità, dopo due anni di adesione, è possibile trasferire la propria posizione maturata a un altro fondo pensionistico.
Per i lavoratori del pubblico impiego esistono infine fondi pensione specifici, come Espero e Perseo Sirio. Alcune regioni offrono anche fondi territoriali, come Laborfondis in Trentino-Alto Adige e Fopadiva in Valle d’Aosta, destinati ai dipendenti locali.