giovedì, Dicembre 26, 2024

Norovirus Kawasaki, cosa sappiamo sul ceppo che si sta diffondendo nel Regno Unito

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I casi nel Regno Unito sono in aumento ed hanno già raggiunto più del doppio della media del periodo. Il responsabile è un nuovo ceppo di norovirus, chiamato GII.17 e soprannominato come variante Kawasaki. A confermarlo è stata l’Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (Ukhsa), secondo cui il ceppo rappresenta attualmente circa il 70% di tutti i casi di virus. “Durante le prime 16 settimane della stagione 2024/2025 questo è stato il genotipo di norovirus più comunemente rilevato”, ha spiegato l’agenzia. Ma di che malattia si tratta esattamente, come individuarla, che sintomi da e come si cura?

Il norovirus Kawasaki

Il norovirus è un virus intestinale a singolo filamento di rna molto comune, che rappresenta la causa più diffusa di gastroenteriti acute di origine non batterica nell’essere umano. Attualmente conosciamo 3 genogruppi di norovirus (GI,GII e GIV) in grado in infettare l’uomo, suddivisi in circa 30 genotipi. In linea generale, dopo un periodo di incubazione di 12-48 ore, il virus causa febbre, diarrea, vomito, nausea, mal di stomaco e mal di testa. Sebbene questi sintomi possano essere in alcuni casi anche molto acuti, solitamente l’infezione scompare nel giro di pochi giorni, dalle 12 alle 60 ore circa. La variante del norovirus GII.17, ossia la Kawasaki, è stata identificata per la prima volta durante un’epidemia in Cina e Giappone tra il 2014 e il 2015 ed è stata chiamata così proprio dal nome della città giapponese Kawasaki. Secondo gli esperti, questa variante sarebbe più contagiosa, ma presenta gli stessi sintomi di altri ceppi di norovirus.

Trasmissione e cura

I norovirus sono altamente infettivi. “Bastano 10 particelle virali per dare vita a un’infezione”, avvertono dall’Iss, e possono essere trasmessi direttamente da persona a persona (per via orofecale o via aerosol), per contatto con superfici contaminate, o tramite acqua o cibo infetti. “Nella maggior parte dei casi documentati la trasmissione è avvenuta mediante il consumo di acqua o alimenti contaminati, aggiungono gli esperti. Sebbene non esista ancora una terapia specifica né un vaccino preventivo (proprio quest’anno nel Regno Unito ne verrà sperimentato uno), la malattia solitamente non ha complicanze, e la maggior parte delle persone guarisce in 1-2 giorni. L’unica misura, quindi, è quella di rimanere a casa e assumere molti liquidi per evitare la disidratazione, che potrebbe rappresentare una complicazione più seria per bambini, anziani e soggetti fragili.

Come prevenire l’infezione

Dato che questo patogeno riesce a sopravvivere a diverse temperature e condizioni ambientali, il che lo rende particolarmente resistente e difficile da eliminare, gli esperti consigliano l’utilizzo di rigorose misure igieniche nella manipolazione e preparazione di cibi e bevande. “I norovirus sono piuttosto resistenti nell’ambiente, sopravvivono a temperature sopra i 60°C e anche in presenza di cloro, normalmente utilizzato per disinfettare le acque potabili”, commentano dall’Iss. In particolare, lavarsi le mani con acqua e sapone, lavare in modo accurato di tutti i materiali e superfici che possono essere stati in contatto con una persona infetta e l’igiene personale degli addetti alla manipolazione e distribuzione dei cibi.

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