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Partiamo dalla più stretta attualità, com’è andata la presentazione di Vita da Carlo 3 alla Festa del cinema di Roma?
Abbiamo proiettato quattro puntate una di seguito all’altra e devo dire che senza interruzioni è molto più interessante: da amante del cinema vederlo sul grande schermo è tutta un’altra cosa. È anche molto divertente, in questa stagione a Verdone viene chiesto di diventare direttore artistico del festival di Sanremo, dove cerca di portare avanti le sue idee. Io torno a interpretare Sofia, che nella seconda stagione era andata in Grecia per lavoro, ma ora torna come una fan sfegatata della sostenibilità. Nella serie ci sono molti temi attuali, dalla ludopatia all’ambiente, anche se tutto con la lente della commedia ovviamente.
Ti senti molto vicina a questo personaggio?
Lei è molto imprevedibile, appunto si appassiona alla sostenibilità ma poi ha una macchina vintage del 1970, insomma è spesso contraddittoria. Carlo un po’ non ne può più di questi suoi momenti estremi e quindi cerca di liberarsene, lei diventa pure una specie di stalker. A parte quello mi interessa molto portare avanti tutti quelli che sono gli argomenti legati ai diritti e ancora di più alla salvaguardia del pianeta. Di recente abbiamo lanciato in anteprima mondiale al Vaticano uno spettacolo multimediale, Blood & Breath, che vede protagonisti Maria Maddalena e Giuseppe d’Arimatea che partono su una barchetta cercando un posto migliore dopo la morte di Gesù, quindi toccando anche il tema dell’immigrazione. Maria Maddalena, raccontata come uno dei primi discepoli, si ritrova poi in una grotta e proprio lì capisce che il Paradiso terrestre è proprio qui sulla Terra, anche se non ce ne rendiamo abbastanza conto.
A proposito di racconto del presente, tu hai una carriera molto lunga al cinema, in teatro e in tv ma di recente hai lavorato molto anche con le serie in streaming. Cosa pensi di queste nuove opportunità?
