giovedì, Dicembre 26, 2024

Meteo, il successo sui social e la lotta fra dati e fake news

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Negli ultimi anni, il suo seguito sui social è cresciuto, complice anche l’aumento dei fenomeni estremi legati ai cambiamenti climatici. “L’attenzione e la sensibilità è aumentata in maniera esponenziale in funzione dell’aumento dei fenomeni meteorologici sempre più intensi ed estremi. La diffusione degli eventi estremi all’interno di tutto il bacino mediterraneo in qualsiasi momento dell’anno, e non più esclusivamente nel periodo autunnale, ha trasformato persino la mia attività di divulgazione, che si è andata concentrando proprio su quegli eventi estremi che, quasi come fossimo sotto il tiro di una roulette russa, si manifestano praticamente tutto l’anno. E occorre parlarne, con semplicità, con dati scientifici ma comprensibili e con un linguaggio che possa davvero arrivare a tutti”. Gli utenti non si limitano più a consultare le previsioni, ma partecipano attivamente, creando una vera community. Saffioti ha anche coinvolto il pubblico in eventi dal vivo, raccogliendo dubbi e richieste per affinare il suo modo di comunicare. Come molti colleghi, il metereologo affronta regolarmente accuse di allarmismo o di diffondere fake news. Ha osservato che tali commenti provengono spesso da chi non ha familiarità con la scienza e si rifugia in narrazioni complottiste. Ritiene che il problema derivi, in parte, dall’assenza di una formazione scolastica adeguata in meteorologia e climatologia. Per Saffioti, la risposta non è smettere di raccontare, ma continuare a spiegare con semplicità e dati chiari, trasformando un argomento complesso in qualcosa di accessibile a tutti.

Gli attacchi online agli esperti

Anche negli Stati Uniti, meteorologi come Matthew Cappucci di MyRadar Weather e Bradley Panovich del canale WCNC hanno affrontato un’ondata di attacchi, talvolta in forme estreme. Cappucci ha riferito di essere stato accusato di pilotare uragani per interessi politici, mentre Panovich ha parlato di messaggi sempre più personali e violenti, che sottraggono tempo al lavoro di previsione.

Tornando all’Italia, Saffioti riconosce che l’aumento di eventi estremi ha spinto le persone a interessarsi di più al clima, ma sottolinea che è fondamentale parlarne con chiarezza, evitando sensazionalismi.La stragrande maggioranza sono tutti miei coetanei che sembra abbiano più bisogno di trovare un nemico da combattere che accettare che ciò che veniva paventato oltre quaranta o cinquanta anni fa si sta drammaticamente materializzando sotto i nostri occhi e sopra le nostre teste. L’errore più grande che la comunità scientifica possa fare è smettere di raccontare e di spiegare, l’errore più grande che continua a fare l’informazione è contrapporre la scienza al mero complottismo da bar. Le previsioni non cercano di dare risposte definitive, ma di insegnare al pubblico come affrontare i rischi, per non essere colti impreparati. È un obiettivo che ho fatto mio al punto da trasformarlo in lavoro” ha spiegato.

Alla luce di questo panorama, emerge un messaggio comune: meteorologi e divulgatori scientifici devono trovare nuovi modi per combattere la disinformazione, umanizzando il proprio ruolo e rendendo la scienza comprensibile. Solo così si potrà arginare la diffidenza crescente e costruire una consapevolezza collettiva in grado di affrontare le sfide del clima che cambia. “Occorre parlarne, con semplicità, con dati scientifici ma comprensibili e con un linguaggio che possa davvero arrivare a tutti” conclude Saffioti. Che i commenti negativi possano diminuire è difficile, vista la natura delle conversazioni sui social, ma un approccio onesto e accattivante è probabilmente il metodo migliore per dare al meteo il valore che merita.

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