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“Sappiamo molto sulla vita e sull’estinzione dei dinosauri, ma ancora molto poco su come sono nati“, afferma Qvarnström. I primi dinosauri sono emersi nel Triassico, circa 230 milioni di anni fa, in un ambiente dominato da rettili più piccoli e meno specializzati.
Nonostante i progressi della paleontologia, la transizione dagli antenati dei dinosauri ai primi veri esemplari rimane oggetto di studio intenso. Le ricerche suggeriscono che gli animali che li hanno preceduti fossero caratterizzati da una dieta e un comportamento molto flessibili, che ha permesso loro di adattarsi a una varietà di nicchie ecologiche e di prosperare in un mondo in costante cambiamento.
Questo contesto era cruciale, poiché durante il tardo Triassico il supercontinente noto come Pangea iniziava a disgregarsi. Si stavano formando nuovi oceani, i vulcani eruttavano violentemente e il clima era sottoposto a drastici cambiamenti. “I dinosauri si sono adattati rapidamente a queste nuove condizioni, mentre gli animali precedenti, più specializzati, hanno avuto più difficoltà a sopravvivere“, spiega Qvarnström. La loro evoluzione insomma sarebbe stata guidata da fattori ecologici e climatici che non erano emersi a sufficienza nelle teorie precedenti.
I ruolo dei cambiamenti climatici
Le dimensioni e la diversità dei bromaliti risalenti al tardo Triassico sono aumentati significativamente, un chiaro indicatore dell’evoluzione di una fauna più grande ed eterogenea, oltre che caratterizzata da nuovi modelli di alimentazione, che riflette la loro crescente presenza e adattamento.
Durante questo periodo, i dinosauri iniziarono gradualmente a rimpiazzare altri gruppi di tetrapodi che avevano dominato il paesaggio fino a quel momento, come gli pseudosuchi e i terapsidi. La sostituzione non fu immediata, ma segnò l’inizio di una nuova era. La competizione con i gruppi diversi lasciò spazio a un’espansione degli ecosistemi dominati dai dinosauri erbivori, in particolare dai sauropodomorfi, che occuparono nuove nicchie ecologiche.
I cambiamenti climatici avvenuti nel tardo Triassico hanno avuto un ruolo fondamentale in questa trasformazione, favorendo una riconfigurazione della vegetazione che permise l’ascesa di nuovi dinosauri erbivori come i grandi sauropodomorfi, in grado di nutrirsi di una maggiore varietà di piante, comprese quelle bruciate dagli incendi.
Allo stesso tempo, i teropodi, che inizialmente si nutrivano di insetti e pesci, si sono evoluti rapidamente in risposta alla proliferazione dei dinosauri erbivori. Questi predatori si sono adattati raggiungendo dimensioni enormi e diventando i nuovi predatori dominanti nell’ecosistema, dove hanno assunto un ruolo cruciale per l’equilibrio della fauna.
Come osserva lo studio, si è verificata una “sostituzione dei non-dinosauri con precursori opportunisti e onnivori dei dinosauri”, che si sono dimostrati capaci di riempire nicchie ecologiche vuote in un momento chiave della storia della Terra.
La nuova ricerca mette in discussione le teorie tradizionali sulla competizione tra i dinosauri e altri gruppi di tetrapodi che dominavano il pianeta prima della loro ascesa. Mentre la tesi tradizionale sostiene che i dinosauri abbiano superato i rivali grazie a una maggiore efficienza fisiologica o a migliori adattamenti anatomici, lo studio suggerisce che le estinzioni di massa, combinate con i cambiamenti climatici, siano state cruciali per aprire la strada alla loro supremazia.
L’analisi delle bromaliti fornisce una prospettiva unica per comprendere come i dinosauri si siano inseriti nelle reti alimentari emergenti. Questa scoperta apre nuovi interrogativi sulla natura delle estinzioni e su come i processi ambientali possano aver facilitato il dominio dei dinosauri, un stato raggiunto non solo anche in virtù della loro capacità di adattarsi rapidamente a un mondo in continua evoluzione.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.
