giovedì, Dicembre 26, 2024

Homo juluensis, cosa sappiamo della 'nuova' specie umana vissuta trecentomila anni fa

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Si chiama Homo juluensis e potrebbe essere una possibile nuova specie umana. A riferirlo sono stati due ricercatori dell’Università delle Hawaii e dell’Accademia cinese delle scienze di Pechino, secondo cui questa specie darebbe un senso alla grande variabilità degli ominidi nel tardo Quaternario dell’Asia orientale. Questa, inoltre, includerebbe gli antichi parenti umani, i Denisoviani, le cui storie sono ancora in parte un mistero irrisolto. Il loro studio è stato pubblicato sulle pagine di Nature Communications.

Un vecchio album di famiglia

Organizzare le prove fossili in modo tale da ricostruire la complessa storia dell’evoluzione umana in Asia è un po’ come ordinare un vecchio album di foto di famiglia, in cui però alcune immagini sono sfocate o difficili da identificare. Ovviamente, si tratta di un lavoro molto molto più complesso. Per questo motivo, gli autori Christopher J. Bae e Xiujie Wu hanno sostanzialmente messo a punto un sistema più chiaro per classificare e comprendere la documentazione fossile proveniente da Cina, Corea, Giappone e sud-est asiatico. In particolare, hanno provato a far luce sui diversi tipi di specie antiche che coesistevano nella regione asiatica durante il tardo Quaternario, nell’arco di tempo compreso tra circa 300 mila e 50 mila anni fa.

L’Asia orientale

In quel periodo di tempo, come ricordano gli autori, la variabilità morfologica degli ominidi in Asia orientale è maggiore di quanto ipotizzato in precedenza. “Sono infatti presenti numerose popolazioni distinte, alcune che ora hanno nuovi nomi specifici: Homo floresiensis; H. luzonensis; H. longi; H. juluensis”, scrivono gli autori. Ciò, quindi, riflette non solo una crescente documentazione fossile di ominidi, ma anche un maggiore apprezzamento per il grado di complessità presente. “Questa variabilità degli ominidi è probabilmente il risultato di una combinazione di dispersioni e ibridazioni introgressive avvenute durante il tardo Quaternario, piuttosto che di un singolo evento di dispersione e sostituzione completa”, si legge nello studio.

L’identikit dell’Homo juluensis

Secondo le nuove analisi, l’Homo juluensis sarebbe vissuto circa 300 mila anni fa nell’Asia orientale. Le sue abilità includevano la caccia in piccoli gruppi di cavalli selvaggi, la creazione di strumenti di pietra e la lavorazione di pelli di animali per sopravvivere, prima di estinguersi circa 50 mila anni fa. “Questo studio chiarisce la documentazione fossile degli ominidi che tendeva a includere tutto ciò che non può essere facilmente assegnato all’Homo erectus, all’Homo neanderthalensis o all’Homo sapiens”, ha spiegato Bae. “Sebbene abbiamo avviato questo progetto diversi anni fa, non ci aspettavamo di poter proporre una nuova specie di ominidi e quindi di essere in grado di organizzare i fossili di ominidi provenienti dall’Asia in diversi gruppi”.

La relazione con i denisoviani

Gli autori del nuovo studio, inoltre, hanno proposto che la nuova specie l’Homo juluensis possa comprendere i misteriosi Denisoviani, una popolazione conosciuta principalmente attraverso le prove del dna provenienti da alcuni resti trovati in Siberia e da alcuni fossili trovati in Tibet e Laos. Va sottolineato, tuttavia, che sono chiaramente necessarie ulteriori ricerche per poter confermare questa relazione, che si basa principalmente sulle somiglianze tra i fossili di mascelle e denti provenienti da quei siti.

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