giovedì, Dicembre 26, 2024

Scuola, anche se l'algoritmo ha funzionato ci sono problemi con le supplenze

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Tra agosto e settembre, quando è iniziata la rituale operazione per assegnare le supplenze nella scuola, l’algoritmo adoperato dal ministero dell’Istruzione e del merito (Mim) per effettuare in automatico le nomine è tornato al centro dell’attenzione. Perché anche quest’anno si sono verificati errori (ma in misura inferiore ai round precedenti) che hanno spinto ad additare l’algoritmo come la causa di mancate assegnazioni o di “salti” di graduatoria.

Tuttavia, secondo quanto ha potuto ricostruire Wired anche attraverso una richiesta di accesso agli atti del Mim, i problemi sono da ricercarsi a monte. Nelle difficoltà causate da organici ridotti all’osso negli uffici scolastici regionali e nella maniera in cui è stata scritta l’ordinanza per la gestione delle supplenze. Due elementi da un lato scagionano l’algoritmo in sé, ma dall’altro impongono una riflessione sulle modalità in cui le soluzioni tecnologiche vanno calate nel quotidiano. Parafrasando un celebre spot di pneumatici di qualche anno fa, “la tecnologia è nulla senza il controllo”. Visto che poi il risultato è, come racconta Orizzonte Scuola, un prolungarsi delle assegnazioni delle cattedre per mesi. Ne sono avvenute anche a dicembre, a fronte di richieste da immettere entro il 7 agosto.

Cosa è cambiato quest’anno

Prima di raccontare cosa sia successo nel 2024, facciamo un riassunto delle puntate precedenti. Da qualche anno il ministero dell’Istruzione ricorre a un algoritmo per automatizzare il processo di assegnazione delle cattedre di supplenza e altre tipologie di nomine, a lungo svolto con convocazioni di persona. Il passaggio dall’analogico al digitale, tuttavia, non fila subito liscio e per due anni, nel 2022 e nel 2023, Wired ha testimoniato, anche attraverso le carte ottenuto con alcune richieste di accesso agli atti pubblici, i disservizi provocati da malfunzionamenti dell’algoritmo. Così, anche quest’anno siamo tornati sulla “scena del crimine”, abbiamo richiesto al ministero dell’Istruzione i documenti relativi alla messa in opera dello strumento e sentito i sindacati sulle conseguenze delle assegnazioni per capire se qualcosa fosse cambiato.

E qualcosa è cambiato. Tutti concordano: quest’anno l’algoritmo ha funzionato. I problemi sono stati provocati dalla variabile “umana”. O per errori nell’inserimento dei dati da parte degli uffici scolastici regionali, che soffrono di una cronica carenza di personale. O per via delle regole stabilite nell’ordinanza ministeriale, che stabiliscono il funzionamento dell’algoritmo stesso. Non contemplano, per esempio, il “ripescaggio” delle persone momentaneamente scartate, che si ritrovano così superate da altre con titoli inferiori. Siccome le cattedre non vengono inserite tutte insieme, ma a scaglioni man mano che si rendono disponibili, succede che chi ha titoli per occupare un posto non disponibile in prima istanza, finisce fuori dalla graduatoria. E quando la cattedra per la quale correva viene proposta, si vede sorpassare da altri insegnanti che avevano accumulato meno titoli. Tutte procedure che vanno corrette non dal punto di vista tech, ma da quello amministrativo e legale.

Il progetto dell’algoritmo

A occuparsi del progetto, la piattaforma per l’informatizzazione delle nomine per il personale supplente (Ins), è Sogei, la Società generale di informatica, un’azienda statale controllata dal ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) che si occupa di fornire software alla pubblica amministrazione. E lo fa anche per il ministero dell’Istruzione. Dai documenti del Mim ottenuti da Wired, emerge che Sogei consegna una prima bozza del piano operativo per l’assegnazione delle supplenze lo scorso 28 febbraio. E dopo due settimane, il 13 marzo, una versione definitiva. Il progetto riguarda 8mila segreterie scolastiche, 100 uffici scolastici provinciali e 18 regionali. La piattaforma a tendere dovrà gestire, in previsione, 550mila istanze e 250mila nomine. Nei periodi di picco il ministero immagina fino a 300mila persone connesse contemporaneamente e 100mila nella fase in cui si scioglie la riserva.

Il piano si impegna ad adeguare l’algoritmo “a nuovi requisiti amministrativi”, rendere più efficiente la comunicazione tra i vari enti e migliorare la procedura “di espressione delle preferenze”. Tra le novità introdotte, per esempio, c’è la possibilità di indicare “tutte le sedi della provincia” o la modifica delle precedenze delle persone a cui è riconosciuta la 104 (per l’assistenza a familiari fragili o con disabilità) davanti a tutte le persone che possono essere nominate, e non solo quelle con riserva. Chi accede al sistema può iscriversi ex novo per le graduatorie 2024-26, trasferirsi in una provincia diversa, entrare in nuove graduatorie o confermare la scelta del biennio precedente.

Gli aggiornamenti e i test

Il costo del progetto di aggiornamento dell’algoritmo è di 313mila euro e si inserisce all’interno del contratto tra il Mim e Sogei. Il 25 marzo viene effettuato il primo collaudo. Il responso è: “Conforme alle attese”. Il 17 aprile un nuovo intervento modifica le procedure di caricamento dei dati. Che, per esempio, consente di visualizzare il punteggio dei titoli già caricati nei bienni precedenti e di valutare i nuovi. Un punteggio che “è solo indicativo”, ma vuole essere di aiuto per capire in che posizione ci si trova. È la cosiddetta ipotesi di valutazione, che contiene il codice della graduatoria, la lingua, la fascia di inserimento e la collocazione sulla base dei titoli che possono essere valutati.

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