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Il problema è serio: oggi si riescono a tracciare solo gli oggetti più grandi di 10 centimetri, ma anche un detrito di un centimetro può essere catastrofico per esempio per la Stazione Spaziale Internazionale. Lo dimostra l’incidente del satellite russo Cosmos 1408, fatto esplodere nel 2021, che ha costretto gli astronauti a rifugiarsi nelle capsule di salvataggio per giorni.
Il futuro secondo Privateer
La visione di Privateer va oltre il monitoraggio dei detriti. L’azienda sta sviluppando tecnologie per analizzare dall’alto fenomeni come il cambiamento climatico, l’erosione costiera, le catene di approvvigionamento globali. “Possiamo tracciare l’intero impatto di carbonio della supply chain“, dice Fielding. “Possiamo esaminare il rischio e la resilienza, seguire i minerali da conflitto“.
Ma c’è un limite che Wozniak non vuole superare: il tracciamento delle persone. “Abbiamo già rifiutato clienti che volevano usare la nostra tecnologia per quello scopo“, dice con orgoglio. Un approccio etico che rispecchia la sua visione della tecnologia: deve servire le persone, non controllarle.
Privateer ha appena siglato una partnership con Omega (gruppo Swatch), il produttore degli orologi indossati sulla Luna. Una collaborazione che va oltre la sponsorizzazione: “Condividiamo un’ossessiva attenzione ai dettagli“, dice Raynald Aeschlimann, Ceo di Omega. “L’interno di un orologio meccanico è come un mini universo: tutto deve funzionare senza ostacoli“.
Come agli albori di Apple, anche questa volta Wozniak non sa esattamente da dove verranno i ricavi. Ma sa che sta facendo la cosa giusta. “Vogliamo essere un buon esempio e dare ad altri la motivazione per fare lo stesso“, dice. La speranza è che, come il personal computer ha cambiato il mondo dell’informatica, Privateer possa cambiare il modo in cui gestiamo lo spazio. Prima che sia tardi.