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Il movente
Le droghe, proprio come avveniva in altre civiltà, avrebbero avuto lo scopo di caricare i guerrieri prima della battaglia, anestetizzare le emozioni e lo stress, potenziare le prestazioni.
L’opportunità
Sempre secondo gli autori dello studio, con alta probabilità le tribù germaniche conoscevano piante e funghi da cui è possibile estrarre sostanze psicotrope e stimolanti. In base alle loro ricostruzioni, diverse specie sarebbero state disponibili sia selvatiche sia coltivate. Per esempio i popoli germanici avrebbero potuto avere facile accesso a papavero, luppolo, canapa, belladonna e funghi di vario tipo. Potevano essere essiccati e ridotti a polvere oppure, ma sarebbero risultati meno efficaci, consumati con alcol.
Il limite, dunque, non sarebbe stato la reperibilità ma le conoscenze necessarie a ricavare e utilizzare al meglio le sostanze. Questo sapere, probabilmente, apparteneva a pochi che poi le impiegavano anche per altri scopi come rituali o rimedi medici. Perciò ai guerrieri serviva uno strumento agile e immediato, per dosare le droghe senza particolari competenze e senza rischiare troppo gli effetti collaterali.
Manca la “pistola fumante”
I ricercatori, dunque, dipingono uno scenario verosimile: l’ipotesi ha un sicuro fascino e può essere supportata dal contesto descritto. Tuttavia, come gli stessi autori riconoscono, al momento non è stato possibile validarla con prove empiriche, come la ricerca (molto difficile, va detto) di traccia di sostanze stimolanti sui “cucchiaini” dei barbari, a secoli e secoli di distanza.