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Inizia oggi, 21 gennaio, a Londra il processo che vede opposto il principe Harry, ormai residente in pianta stabile negli Stati Uniti, a News Group Newspapers (NGN), la società editrice che fa capo al magnate australiano Rupert Murdoch e alla sua famiglia. NGN, in particolare, è l’editore di alcune delle testate scandalistiche più note in Regno Unito e nel mondo, come The Sun e News of the World (quest’ultimo ha cessato le pubblicazioni nel 2011). Entrambi questi tabloid sono stati denunciati dal duca del Sussex con l’accusa di aver ottenuto informazioni su di lui e sulle persone vicino a lui in maniera illegale, anche attraverso intercettazioni e pedinamenti. C’è anche una seconda persona coinvolta, Lord Tom Watson, che accusa i giornali di Murdoch di aver intercettato la sua segreteria telefonica 15 anni fa e che è stato anche nella commissione parlamentare che ha indagato i casi di phone hacking da parte dei giornali scandalistici.
Lo scandalo delle intercettazioni dei giornali di News Group era già emerso nel luglio 2009, quando il quotidiano britannico The Guardian aveva rivelato che la società aveva pagato oltre un milione di sterline per risolvere casi legali che minacciavano di rivelare i metodi illegali dei giornalisti delle sue testate, che andavano appunto dall’accesso improprio alle segreterie telefoniche all’impiego di investigatori privati. Tra le personalità oggetto di questi metodi inappropriati venivano citati Boris Johnson, Gwyneth Paltrow, Nigella Lawson, Hugh Grant e Sienna Miller,. Dopo un paio d’anni in cui erano emerse ulteriori accuse, News Group Newspapers si è pubblicamente scusata per le pratiche illegali dei propri impiegati e aveva addirittura cessato le pubblicazioni di News of the World, chiuso nel 2011 anche in seguito a un’emorragia di sponsor e lettori. Le accuse mosse dal principe Harry esulano dal processo per il phone hacking di per sé e estendono il processo in un’altra direzione: coinvolgono, infatti, anche The Sun e sospettano di un tentativo di copertura degli scandali da parte dell’intera azienda.
Finora NGN ha chiuso le cause mosse da circa 1300 persone, ma Harry d’Inghilterra e Lord Watson sono gli ultimi rimasti. In particolare, il figlio di re Carlo III sostiene che più di 200 articoli pubblicati dalle testate di News Group e usciti tra il 1996 e il 2011 contenevano dettagli e informazioni personali che non potevano che essere stati ottenuti tramite attività illegali, violando in modo grave la sua privacy. Il processo di per sé analizzerà una trentina di articoli per verificare le accuse. Harry era apparso in tribunale – il primo dei reali d’Inghilterra a comparire sul banco dei testimoni – anche nel 2023 in una causa contro Mirror Group Newspapers, altro gruppo editoriale che pubblica tra gli altri il Mirror. Nel processo contro NGN arrivato all’Alta Corte inglese nella giornata di oggi, i legali di Harry d’Inghilterra avrebbero già chiesto tre sospensioni (di cui due consentite, mentre la terza è stata negata), il che farebbe pensare alla volontà di raggiungere un accordo di risarcimento, il quale però potrebbe essere parecchio oneroso. In un caso o nell’altro il contenzioso aperto da oltre vent’anni dovrebbe chiudersi nelle prossime settimane.