venerdì, Febbraio 21, 2025

Unicorno, la startup che vuole crearlo con l'ingegneria genetica

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Credo che la maggior parte delle persone penserà che sia una follia – afferma Andy Weissman della società di venture capital Union Square Ventures, che ha investito personalmente nel Los Angeles Project –. Stai cercando di convincere le persone a entrare in una realtà che ancora non esiste“. Per Weissman l’azienda è un incrocio tra un’impresa e un progetto artistico. “Scopriremo se riusciranno a essere entrambe le cose, o solo una delle due“, dice.

Oltre all’aspetto etico, va poi capito cosa succede se qualcosa va storto. Crispr può causare modifiche non volute, che potrebbero portare a tumori o ad altri problemi di salute negli animali. Senza contare che nessuno sa davvero quante modifiche si possano apportare al genoma prima di causare danni.

Non vogliamo fare del male agli animali“, afferma Tie. Sia lei che Zayner dicono di prendere sul serio la questione: la loro azienda non ha ucciso animali per gli esperimenti e non ha intenzione di farlo nemmeno in futuro. Gli embrioni vengono creati mescolando uova e sperma provenienti da ovaie e testicoli acquistati da veterinari e da un macellaio locale.

Il precedente dei GloFish mostra però cosa può succedere quando gli animali modificati geneticamente sfuggono di mano. In Brasile i pesci fluorescenti sono scappati dagli allevamenti ittici e si stanno moltiplicando nei torrenti della Foresta atlantica, dove rischiano di diventare una minaccia per le specie autoctone. Zayner afferma però che gli animali creati dalla sua startup sarebbero sterilizzati e castrati, in modo da non potersi riprodurre trasmettendo le modifiche genetiche alla prole.

Negli Stati Uniti l’azienda ha contattato la Food and drug administration (Fda) per condividere i suoi piani, anche se non è chiaro come l’agenzia li regolamenterebbe. Già nel 2003, l’Fda aveva stabilito che la vendita dei pesci fluorescenti di GloFish non era soggetta a regolamentazione, sulla base del fatto che i suoi animali non rappresentano un rischio per la salute pubblica o per l’ambiente.

La nuova startup di Zayner metterà senza dubbio alla prova i limiti della regolamentazione sull’editing genetico, come hanno fatto in passato gli esperimenti che la biohacker ha condotto su se stessa o i suoi kit di ingegneria genetica fai-da-te. Ma il Los Angeles Project potrebbe anche innescare un necessario dibattito su ciò che gli esseri umani possono e devono fare con l’ingegneria genetica.

La cosa assurda è che questa tecnologia è così avanzata e nessuno ci fa niente – commenta Zayner –. È questo il nostro motto: facciamoci qualcosa“.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

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