giovedì, Marzo 6, 2025

Humandroid, l'analisi della profezia distopica di Neill Blomkamp

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Humandroid appartiene a quella categoria di film a cui non sono state riservate le giuste attenzioni, a dispetto della sua capacità di affrontare tematiche importanti, diventate oggi come oggi quelle dominanti. 10 anni fa, Neill Blomkamp ci offrì un futuro distopico fatto di intelligenze artificiali, robot, ma anche degrado e classismo, in un film che ha saputo essere molto più profetico di quanto pensassimo.

Uno sguardo su un futuro disperato e molto familiare

Humandroid esce in sala il 6 marzo 2015, ed è il terzo lungometraggio del sudafricano Neill Blomkamp, che si è fatto conoscere al mondo sfornando sei anni prima un vero e proprio capolavoro come District 9. La genesi di questo suo terzo salto nel futuro, naturalmente distopico e ben poco rassicurante, è connessa al suo primo cortometraggio, Tetra Vaal, del 2004. Siamo nella Johannesburg assediata da violenza, gang e criminali, dove la polizia ha sempre più difficoltà a mantenere l’ordine. Ecco perché si è deciso di utilizzare dei robot da combattimento (detti Scout), da affiancare alle forze dell’ordine umane, creati dal brillante Dean Wilson (Dev Patel). Wilson all’interno della sua azienda, la Tetravaal, ha come rivale il bellicoso collega Vincent Moore (Hugh Jackman).

Questi ha sviluppato un altro progetto parallelo al suo: il Moose, un drone corazzato di enormi dimensioni e armamento, guidato da remoto. Le ricerche di Wilson su una forma di IA ancora più evoluta vengono però fermate dalla CEO dell’azienda, Michelle Bradley (Sigourney Weaver). Ma in gran segreto, il ricercatore decide di testare la sua scoperta su un robot prossimo allo smantellamento. Unico problema: tornando a casa verrà rapito da tre mattoidi gangster da strapazzo: Ninja (Watkin Tudor Jones), Yolandi (Yolandi Visser) e Amerika (Jose Pablo Cantillo), che sperano di riscattare la loro posizione nell’ambiente criminale. Wilson verrà costretto ad attivare quel rottame, che, dotato di un’intelligenza fuori dal comune e una vera e propria personalità, prenderà il nome di Chappie.

Diretto da Bong Joon-ho, con Robert Pattinson come protagonista, arriverà nelle sale dal 6 marzo dopo l’anteprima alla Berlinale 2025

Il resto, in Humandroid, non è che poi sia così originale a livello di trama. Chappie dovrà formare la propria esperienza con l’umanità in un contesto degradato. Sarà circondato dall’affetto di quei tre sgangherati fuorilegge, ma è indubbio che Blomkamp ci doni una visione violenta e priva di solidarietà strutturale della società. Abbiamo battaglie urbane assurde, Vincent che si rivelerà un sadico criminale, con la battaglia finale tra Chappie ed il suo Moose, mentre la città sprofonda nel caos. Humandroid è concepito nello stesso modo in cui Blomkamp ha creato sia District 9 che Elysium. Di base sono angolazioni diverse dello stesso mondo, il replicarsi su ancor più ampia scala delle disuguaglianze profonde e insanabili che il mondo in questo XXI secolo ormai abbraccia in modo totalizzante.

Ma c’è di più. Al di là dei suoi chiarissimi omaggi a capisaldi della fantascienza robotica come Robocop, WALL•E, D.A.R.Y.L., Corto Circuito e naturalmente Terminator, Blomkamp ci guida in realtà verso una visione politicamente molto più interessante di quanto sembri. La prima cosa che notiamo di questo mondo, è la sua gentrificazione. Johannesburg è letteralmente divisa in fasce, a mano a mano che si esce dal centro città, ci si trova in una sorta di zona di guerra, dove gran parte della popolazione è letteralmente abbandonata a sé stessa. A mano a mano che si va avanti, vediamo un mondo privo di un qualsiasi stato sociale, dove non vi è la minima parvenza di equilibrio. Oltre a questo, ci rendiamo conto che la stessa polizia non indaga, è diventata una sorta di forza paramilitare che spara, fa incursioni, più che proteggere la popolazione è impegnata a eliminare i più pericolosi.

La tecnologia come manifestazione di un classismo di ritorno

Il film si stacca dalla concezione delle Ai come qualcosa di infinitamente superiore all’uomo o una sua copia di pari livello. Questo droide ha la mente di un bambino. Siamo ovviamente dalle parti del Pinocchio” di Collodi (il primo droide della storia), di cui Chappie ha curiosità, impudenza, ingenuità. Humandroid non crea tra lui, i membri della banda e Wilson un sistema di relazioni dalla genesi e sviluppo poi così particolarmente articolati. Questo è uno dei difetti del film, che però si arma di effetti speciali di grande impatto, di una dimensione visiva dove i legami con i manga e gli anime giapponesi abbondano. Ma ciò che conta, è che Chappie cambia a seconda dell’interazione che riceve, sviluppa una personalità che è realmente umana, andando ovviamente incontro anche a traumi e dolorose prese di coscienza.

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