sabato, Marzo 15, 2025

Marte, dalla Russia arriva la proposta a Musk di una missione congiunta

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Raggiungere Marte con uno sforzo congiunto di Stati Uniti e Federazione russa. La proposta, diretta a Elon Musk, è arrivata con un post su X dall’amministratore delegato del Fondo russo per gli investimenti diretti (o Rdif), Kirill Dmitriev: mandare un equipaggio russo-americano verso Marte nel 2029.

Sebbene da prendere con tutte le cautele del caso, se la notizia, subito pubblicata dall’agenzia di stampa Novosti, avesse seguito rappresenterebbe una svolta epocale nell’ambito della collaborazione internazionale oltre l’atmosfera. Di riflesso, nei rapporti tra le nazioni qui sulla Terra.

Il 2025 segna il cinquantesimo anniversario del primo volo spaziale internazionale Sojuz-Apollo. Il 2029 sarà l’anno di una missione congiunta Usa-Russia su Marte, Elon Musk?”, chiede Dmitriev in un commento su X.Le nostre menti e tecnologie devono servire al bene dell’umanità, non alla sua distruzione“, aggiunge il manager russo rispondendo all’ennesimo annuncio, fatto nove ore prima da Musk, che ribadiva l’intenzione, entro la fine del 2026, di lanciare una missione sul Pianeta Rosso con a bordo il robot umanoide Optimus.

Per quanto non abbia ancora risposto, il patron di SpaceX, oggi anche a capo del Doge, il Dipartimento per l’efficienza della burocrazia statunitense, ha sempre sostenuto che qualora le missioni con i robot avessero successo, il 2029 sarebbe l’anno giusto per portare i primi equipaggi umani verso Marte. È sulla base di queste affermazioni che Dmitriev, formatosi nelle più grandi banche d’affari statunitensi, ha proposto lo sforzo comune, un po’ la ripetizione di ciò che successe, a parti invertite, tra John Fitzgerald Kennedy e Nikita Kruscev durante i colloqui di Vienna, seguiti alla crisi dei missili a Cuba.

Ritorno al passato

Era il giugno del 1961 e sebbene si potesse tirare un sospiro di sollievo dopo interminabili giorni di terrore, la costruzione del muro di Berlino avrebbe ribadito poche settimane dopo le sorti del mondo come divise in due blocchi contrapposti. Oggi, come evocato da Dmitriev, sarebbero però Thomas Stafford e Alexei Leonov a fare da riferimento: l’astronauta statunitense e il cosmonauta russo, al comando dei rispettivi equipaggi nella missione congiunta Apollo-Sojuz, da grandi amici non smisero mai di ripeterlo: “Insieme siamo migliori”.

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