lunedì, Marzo 17, 2025

Venaria Reale, viaggio nel centro che da 20 anni conserva i capolavori della reggia

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Tra le numerose opere restaurate al Ccr (ben 150 progetti di conservazione solo nel 2024) ci sono la Cappella rupestre di Ellesiya, il più antico tempio rupestre della Nubia, oggi in mostra al Museo egizio di Torino, le serigrafie di Marilyn Monroe di Andy Warhol, ma anche mummie egizie, il Gabinetto cinese di Palazzo Graneri, carrozze regali e ascensori antichi. Il Centro è ora impegnato, grazie a una convenzione con la Reggia di Caserta, nel restauro di alcune opere della collezione Terrae Motus, nata nel 1980.

La sede del Ccr si trova all’interno delle settecentesche scuderie della Reggia di Venaria Reale, progettate dall’architetto Benedetto Alfieri e restaurate in stile contemporaneo, completamente rimodulabili, dallo Studio Derossi.

All’interno del Centro, restauratori, storici dell’arte e scienziati – chimici, fisici, diagnostici dei beni culturali ed esperti di scienze naturali – sono costantemente impegnati in attività di ricerca e progettazione, conservazione, restauro, diagnostica, didattica e divulgazione.

Un po’ come accade in ambito medico, tutti i manufatti che arrivano al Centro vengono sottoposti, prima degli interventi di restauro, a un piano diagnostico sottolinea Federica Pozzi, direttore dei laboratori scientifici – ossia a una serie di indagini scientifiche che si avvalgono di strumentazione all’avanguardia, basata sull’utilizzo di luce infrarossa, ultravioletta, laser e raggi X, per studiare i materiali e le tecniche degli artisti, per comprendere come un’opera è stata creata, ricostruirne la storia e valutarne lo stato di conservazione”.

Un centro d’eccellenza in Italia, unico nel suo genere

Le tecniche utilizzate al Ccr consentono di esplorare ciò che normalmente non è visibili a occhio nudo. Ad esempio, nel caso di un dipinto, è possibile esaminare il disegno preparatorio, analizzare la composizione chimica dei vari strati pittorici e della vernice superficiale, identificare eventuali ‘pentimenti’ o modifiche fatte dall’artista, oltre a scoprire ridipinture successive.

Per quanto riguarda invece gli oggetti tridimensionali, la tomografia permette di osservare la loro struttura interna, analizzare le tecniche di assemblaggio e rilevare problematiche conservative che non sarebbero visibili con una semplice osservazione a occhio nudo.

Ai progetti di restauro partecipano storici dell’arte e diverse figure del settore umanistico, ognuno impegnato in ricerche sulla natura e sull’origine dei manufatti, su chi li ha posseduti, chi li ha restaurati in passato e su tutte le vicissitudini che hanno vissuto nel corso dei secoli. Documentare la storia delle opere d’arte consente di preservare il legame tra il passato e il futuro dei beni culturali.

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