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La musica live e il clubbing sono stati due dei mondi più danneggiati nei momenti di isolamento a causa di Covid-19. Malgrado tutte le modalità disponibili da remoto per fruire della musica, nessuna ha mai, nemmeno per un secondo, sostituito per davvero l’esperienza dal vivo. Sono stati ottimi palliativi in tempi duri, certo, ma non possono sostituire la realtà o l’evento in presenza, modalità che rendono l’esperienza unica, non solo dal punto di vista artistico. L’altro dato di fatto è che, oltre alla resa: fare qualcosa da soli rispetto al farlo assieme, cioè viverlo con più persone nello stesso momento, ha tutto un altro impatto su di noi a livello cerebrale e sociale.
Dopo la fine dei lockdown, nelle varie parti del mondo, i ragazzi e le ragazze, ma in generale tutte le persone hanno riscoperto un estremo bisogno di socialità che per un certo periodo era stato limitato a causa dell’emergenza sanitaria di Covid-19. Una limitazione di massa mai successa nell’epoca moderna dell’intera umanità e che, una volta conclusasi, ha riversato nel mondo reale una notevole quantità di persone ‘alla ricerca del tempo perduto’, ma anche del contatto e della vita perduta, tornando a riesplorare codici sociali e umani classici, non più su Zoom o in diretta streaming.
“Mi sono mancati i club durante il Covid. Non mi rendevo conto di quanto fosse importante per me uno spazio dove poter incontrare gente, interagire con loro ma anche avere le stesse sensazioni di connessione. Penso non sia nulla di replicabile come la sensazione di essere immersi, circondati da centinaia, se non da migliaia, di persone con impianti fantastici e un suono che ti abbraccia, lo spettacolo di luci e semplicemente sentire questa connessione. E a un certo punto uno si chiede, perché succede questo?”. È la domanda iniziale che si pone Kikelomo Oludemi, giovane dj e producer londinese che nella città di Berlino ha trovato la sua giusta dimensione artistica. È lei la viaggiatrice di questa esplorazione sociale, scientifica e musicale fra Stati Uniti, Ghana, Sudafrica, Germania, Regno Unito e Francia. AlphaTheta è il marchio di Pioneer che ha deciso di approfondire non solo la tecnologia del mondo dei dj ma anche l’impatto culturale e sociale della musica elettronica attraverso una serie di documentari. We Become One, già dice tutto nel titolo, vuole fare questo: mettere assieme una serie di tasselli utili per comprendere meglio come clubbing, umanità e scienza vivano in questo stretto rapporto.