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Leo Gebbie, analista della società di ricerca Ccs insights, sostiene che un segmento del mercato che potrebbe beneficiare di dazi più elevati è quello delle piattaforme che vendono dispositivi usati, come Backmarket, che negli Stati Uniti andvano bene anche prima delle nuove tasse all’import di Trump. Ora però è probabile che la loro popolarità aumenti ulteriormente. “Sono più convenienti – commenta Gebbie –. Negli Stati Uniti ‘è una forte offerta di iPhone di seconda mano, quindi per i consumatori americani non dovrebbe essere necessario importare questi dispositivi da altri paesi e sottoporli ai dazi“.
Backmarket, in particolare, sembra essere ben consapevole del suo ruolo in questo trend. Nei giorni scorsi il sito aveva inaugurato uno “Speciale recessione”, permettendo ai clienti di utilizzare un codice sconto (“Elon”) per risparmiare il 10%. Ma se la domanda di dispositivi di di seconda mano dovesse aumentare, potrebbe verificarsi un effetto a catena: maggiori vendite di telefoni usati negli Stati Uniti potrebbe portare a un aumento dei prezzi in tutto il mondo, compresi i mercati europei dove la domanda di dispositivi di seconda mano tende a essere più forte.
Per ripensare il modo in cui ripariamo e sostituiamo i nostri dispositivi possiamo ispirarci a quanto già fatto da un altro settore. L’industria automobilistica è un esempio da seguire quanto si tratta della cura a lungo termine dei prodotti. “La gente compra auto nuove? Certamente – osserva Wiens –. Ma le tengono per 20 anni? Assolutamente. Sì. Qualcuno butta via un’auto perché il parabrezza è rotto? No“.
Tuttavia anche il settore delle riparazioni risentirebbe di un’eventuale inflazione causata dai dazi. I pezzi di ricambio e gli strumenti necessari per aggiustare gli oggetti dipendono dai produttori globali tanto quanto i prodotti finiti. Wiens, che su iFixit vende strumenti per la riparazione, afferma che anche lui rischia di risentire dei dazi e che potrebbe trasferire l’aumento dei costi sui clienti. Anche in questo caso, spera che un aspetto positivo del caos sia il cambiamento delle abitudini di acquisto da parte dei consumatori.
“Smettiamo di comprare prodotti scadenti. Prendiamo meno cose ma più belle, e usiamole a lungo“, è il suo consiglio.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US