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Ma quanto guadagnano influencer e content creator (la differenza c’è, anche se spesso non si vede)? Tutti questi nuovi lavori ogni tanto balzano agli onori della cronaca per i presunti incassi stellari. Sarà vero? O sono solo leggende metropolitane, chiacchiere da bar e pettegolezzi da web?
E OnlyFans? Tutti milionari là sopra? O anche lì, nel 2025, il gioco non vale la candela?
Abbiamo deciso di approfondire il tema perché, alla fine, conti e vil denaro ci affascinano sempre. E quello che emerge è un quadro molto più normale di quanto si voglia far credere. Un settore dove, spesso, il vero salto nel vuoto non è farci i soldi, ma capire come farli. E dove tutti (gli altri), nel dubbio, parlano per dare fiato alla bocca.
Instagram: solo un palco
Instagram non paga. Partiamo da qui, senza girarci intorno. A differenza di YouTube – dove ogni visualizzazione è monetizzabile e l’advertising è parte integrante dell’esperienza – Instagram non riconosce alcun guadagno diretto per i contenuti pubblicati nel feed, nelle stories o nei reel. O meglio, poca roba.
Esistono gli abbonamenti ai creator, una funzione lanciata da Meta che permette di pagare per contenuti esclusivi. Sulla carta interessante, ma nella realtà ? Poco impattante. Gli utenti non sono abituati a pagare per i contenuti Instagram, e la piattaforma non fa molto per incoraggiare il contrario. Ci sono poi gli stick nelle dirette live: regali virtuali convertibili in denaro, ma l’interazione resta minima. Le live su Instagram non sono centrali, non creano dipendenza. Insomma: si è puntato al modello Twitch, ma senza successo.
Quindi, dove si guadagna? Fuori, sempre fuori. Il denaro arriva agli influencer da collaborazioni con i brand, dalle affiliazioni, dal personal branding. Instagram è una vetrina: se è curata, se ha numeri solidi e se l’engagement è alto, allora attira clienti. Ma i clienti non sono Meta, sono le aziende.
Un creator bravo può farsi pagare miglihttps://www.wired.it/article/tiktok-shop-italia-come-funziona/aia di euro per una campagna, ma non è Instagram a pagare è un marchio di skincare, una compagnia telefonica, una startup.
E attenzione: non bastano i follower. I brand guardano la qualità dell’audience, la coerenza, il tasso di coinvolgimento. Un profilo con 50.000 follower reali, attivi, può valere molto più di uno da 200.000 gonfiati da giveaway e bot. In sintesi: Instagram è una sfilata. I soldi arrivano solo se qualcuno vuole comprarsi il vestito che proponi.
TikTok: la viralità paga…poco
TikTok ha rivoluzionato il gioco ridando potere alla reach organica, democratizzato la visibilità . Qui puoi avere 200 follower e finire virale con un video da un milione. Ma quanto vale, da un punto di vista economico, quel milione? Pochissimo.