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Sono ancora molti gli elementi da chiarire sulla vicenda della funivia del monte Faito precipitata giovedì 17 aprile 2025 a Castellammare di Stabia. A ventiquattro ore dall’incidente in cui hanno perso la vita quattro persone e una quinta è rimasta gravemente ferita, l’esatta dinamica del cedimento del cavo di trazione, il mancato funzionamento del freno d’emergenza e i tempi dei soccorsi rappresentano i principali interrogativi su cui si concentrano le indagini. Le autorità stanno cercando di ricostruire con precisione la sequenza degli eventi che ha portato alla caduta della cabina diretta verso la vetta. La procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta contro ignoti per disastro colposo e omicidio plurimo colposo, disponendo il sequestro dell’impianto per consentire tutti gli accertamenti necessari.
La dinamica dell’incidente e i sistemi di sicurezza
Uno dei principali interrogativi riguarda il motivo per cui le due cabine hanno avuto destini opposti. La funivia operava con due vetture che viaggiano simultaneamente in direzioni opposte. Dopo l’allarme scattato alle 14:46, la cabina diretta a valle si è fermata grazie all’attivazione del freno d’emergenza, rimanendo sospesa a circa venti metri d’altezza. Al contrario, lo stesso sistema non è entrato in funzione nella cabina diretta verso la vetta. Come riporta Repubblica, secondo il sindaco Luigi Vicinanza, questa cabina ha iniziato ad arretrare lungo il cavo dopo le 15:15, aumentando progressivamente la velocità fino a staccarsi completamente. Le ragioni di questa differenza nel funzionamento dei sistemi di sicurezza rappresentano un aspetto centrale dell’indagine.
Non è ancora chiaro, inoltre, quando esattamente sia avvenuta la caduta della cabina. Secondo la ricostruzione di Repubblica, dopo l’allarme, i soccorritori hanno evacuato prontamente i passeggeri della cabina rimasta sospesa a valle. Per la cabina diretta verso la vetta, invece, la situazione è risultata molto più complessa. La visibilità era compromessa dalla nebbia e dalla vegetazione, impedendo di verificare visivamente la sua posizione. Nonostante i ripetuti tentativi di contattare il macchinista, tutti senza risposta, non si è immediatamente ipotizzata la caduta. Solo dopo le 17:15 le forze dell’ordine hanno ufficializzato l’incidente, mentre il ritrovamento effettivo è avvenuto intorno alle 19, quando il soccorso alpino ha localizzato il relitto con tre vittime nel bosco. La quarta vittima è stata rinvenuta poco dopo dai tecnici della Guardia di finanza. Gli inquirenti dovranno stabilire l’esatta causa della rottura del cavo di trazione. Come ha spiegato al Mattino Umberto De Gregorio, presidente dell’Eav (l’azienda di trasporto regionale che gestisce la funivia), la cabina avrebbe urtato contro un pilone prima di precipitare. Non è chiaro, tuttavia, se questo impatto sia stato la causa della rottura del cavo o una conseguenza del suo cedimento iniziale.
Funivia Monte Faito, i controlli e la gestione dell’emergenza
Appare sorprendente che l’impianto abbia subito un cedimento nonostante i controlli recenti. La funivia aveva ripreso servizio solo dieci giorni prima, dopo la chiusura invernale. De Gregorio ha affermato che durante la pausa erano stati effettuati tutti i collaudi necessari. A marzo 2024, appena un mese prima, l’impianto era stato sottoposto a ispezioni da parte degli esperti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa). Risulta quindi difficile comprendere come, nonostante queste verifiche, si sia verificato un cedimento così grave.
Andrà chiarito anche il motivo per cui l’impianto sia rimasto in funzione nonostante le condizioni meteorologiche avverse. Il giorno dell’incidente c’era forte vento, sebbene la Protezione civile avesse diramato solo un’allerta meteo gialla. De Gregorio ha spiegato: “Abbiamo un direttore di esercizio di grandissima qualità. A volte si chiude in presenza di forte vento, evidentemente oggi ha ritenuto che le condizioni non fossero tali da imporre lo stop”. Gli inquirenti dovranno verificare quali parametri siano stati considerati per valutare la sicurezza operativa in condizioni di vento. Un’attenzione particolare degli inquirenti verrà probabilmente dedicata anche alla storia dell’impianto, che nel 1960 registrò un altro incidente con quattro vittime, e nel 2021 un blocco che lasciò 31 persone sospese per oltre un’ora a causa di un’interruzione elettrica.