domenica, Aprile 20, 2025

La classifica degli episodi di Black Mirror 7, dal peggiore al migliore

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Ogni giorno il mondo sembra sprofondare sempre più verso la distopia. Ma se per qualche motivo sentite il bisogno di una dose ancora maggiore di ansia orwelliana, ci sono gli episodi della settima stagione della serie di fantascienza di Netflix Black Mirror. Le sei nuove puntate, che ampliano l’antologia dedicata al complicato rapporto dell’uomo con la tecnologia, affrontano temi come l’auto-consapevolezza dell’intelligenza artificiale, i modelli di tariffazione degli abbonamenti, gli amori perduti, i rancori del liceo e la privatizzazione dell’assistenza sanitaria. Non mancano azione, romanticismo e un’abbondante dose di tecnofobia. Come da tradizione per ogni antologia, la serie alterna storie più o meno riuscite. Ecco quindi la nostra classifica degli episodi di Black Mirror 7, dal più deludente a quello che ci ha convinto di più (attenzione: contiene piccoli spoiler per chi non ha ancora visto la stagione).

6. Hotel Reverie (episodio 3)

Il punto più basso della nuova infornata arriva a metà strada, con il lungometraggio Hotel Reverie, una sorta di ode ai classici hollywoodiani degli anni ‘40, come Casablanca. Issa Rae interpreta una star del cinema, Brandy, che accetta di partecipare a una rivisitazione in tempo reale del vecchio film Hotel Reverie, uno dei suoi preferiti, utilizzando una tecnologia che trasforma l’originale in bianco e nero in un’esperienza virtuale popolata da personaggi creati dall’intelligenza artificiale. Emma Corrin interpreta la sfortunata star della vecchia Hollywood Dorothy Chambers, co-protagonista del film. I punti salienti dovrebbero essere uguali alla prima pellicola, ma qualcosa va storto: Dorothy sviluppa la consapevolezza della sua natura artificiale e le due iniziano a innamorarsi. L’episodio punta a replicare la magia di San Junipero, ma la sua storia d’amore è decisamente più vuota e la premessa poco credibile: non si capisce perché rifare un film in questo modo, ed è ancora meno chiaro perché qualcuno vorrebbe guardarlo. Come pretesto per descrivere una storia sulla sessualità repressa negli anni ’40, l’episodio sembra artificioso, così come la relazione che racconta. Rae e Corrin fanno del loro meglio per far scoccare la scintilla, ma alla fine non riescono a convincere.

5. Gente comune (episodio 1)

Gente comune è uno dei tipici episodi di Black Mirror incentrati sui mali sociali legati alla classe e alla tecnologia, che gioca su una premessa fantascientifica per esplorare problemi attuali in modo più intenso. Un buon approccio, che tuttavia in questo caso risulta banale e scontato. Chris O’Dowd e Rashida Jones interpretano una coppia – lui operaio, lei insegnante – che fatica a sbarcare il lunario. Quando lei finisce in coma per un tumore al cervello, a lui viene offerta la possibilità di salvarla grazie a una nuova incredibile tecnologia sviluppata dalla startup Rivermind. I chirurghi sostituiscono l’area danneggiata del cervello con un tessuto sintetico e le parti della memoria e della personalità di Jones contenute nella sezione rimossa le vengono trasmesse via cloud. Ovviamente a fronte di un abbonamento mensile piuttosto costoso. O’Down e Jones sono eccellenti, così come Tracee Ellis Ross nel ruolo dell’irritante rappresentante di Rivermind. Il problema è che nel momento in cui viene introdotta l’idea della tariffa mensile, è subito chiaro dove la storia stia andando a parare. Il dilemma esistenziale di vedere la propria vita legata ai capricci di un servizio in abbonamento è sconvolgente e ci colpisce tutti da vicino. Ma quando la direzione della storia è chiara già nei primi cinque minuti, non è esattamente piacevole assistere ai quaranta minuti successivi.

4. Come un giocattolo (episodio 4)

Ambientato nello stesso universo di Bandersnatch, lo speciale interattivo di Black Mirror del 2018, Come un giocattolo vede protagonista Peter Capaldi nei panni di Cameron Walker, un uomo arrestato per aver ucciso una persona e averla infilata in una valigia. Durante l’interrogatorio, Walker rievoca la sua gioventù da critico di videogiochi negli anni ’90. Il sospetto spiega al detective che molto tempo prima aveva assistito a un’anteprima di un videogame creato da un genio del settore Colin Ritman (Will Poulter). Il gioco, Thronglets, era ispirato al Tamagotchi: l’obiettivo era prendersi cura di piccole creature, che in realtà sono la prima forma di vita digitale. Dopo che un trip di Lsd gli fa credere di poter comunicare con i mostricciatoli, Walker dedicherà la sua vita ad aiutarli a crescere, prosperare ed evolversi. Si tratta di un episodio piuttosto basilare, raccontato in gran parte tramite flashback, ma troppo verboso per risultare raffinato come gli episodi migliori di Black Mirror. Detto questo, la premessa è divertente e i colpi di scena conducono a un finale da urlo.

3. Bestia nera (episodio 2)

Bestia nera aveva le potenzialità per essere l’episodio più sorprendente della stagione. Maria, interpretata da Siena Kelly, lavora come ricercatrice in un’azienda di cioccolato e la sua vita sembra andare in tilt con l’arrivo di una nuova collega, Verity (Rosy McEwen), sua un’ex compagna di scuola. Da ragazze, la vita sociale delle due non poteva essere più diversa: Maria era popolare, al contrario di Verity. Già un po’ intimorita dalla sua presenza, Maria comincia ad accorgersi che la realtà che la circonda diventa sempre più strana. I colleghi non ricordano le cose come lei, il che porta a problemi ed errori sul lavoro. La protagonista inizia a sospettare che la colpa, in qualche modo, sia di Verity. È un episodio strano. In gran parte non sembra nemmeno una storia di Black Mirror, e la prima metà sembra girare a vuoto. Tuttavia, man mano che la realtà diventa sempre più assurda, la trama si fa più interessante e divertente. La rivelazione finale è scioccante ed esilarante.

2. Eulogia (episodio 5)

Eulogia è l’episodio più toccante della stagione. Paul Giamatti interpreta un uomo che viene a sapere che la sua ex fidanzata è morta. Riceve dalla famiglia della donna un pacco contenente un dispositivo che gli permette di rivisitare, come in un sogno lucido, i ricordi evocati da vecchie fotografie. Questo processo dovrebbe aiutarlo a far riaffiorare i ricordi dell’amata e aiutarlo a scrivere un elogio funebre. Il problema è che, in un momento di rabbia provocato dalla loro rottura, ha rimosso il viso di lei da tutte le foto e ora non riesce a richiamarlo alla mente. Giamatti è fantastico, e conferisce gravità al ruolo di un uomo che cerca di capire quello che ha fatto e ciò che non ha realizzato della donna che amava. Anche se a volte un po’ troppo verboso, è comunque una bella storia sul rimpianto, sulle comunicazioni sbagliate e sul modo in cui l’amore rimane nei nostri cuori anche quando i ricordi svaniscono.

1. USS Callister: Infinity (episodio 6)

Quando ho visto che Black Mirror stava preparando un sequel di uno dei suoi episodi più amati, ero scettico: non mi sembrava l’idea migliore per una serie antologica. Mi sbagliavo. Come il suo predecessore, USS Callister: Infinity innanzitutto è una grande avventura di fantascienza. Ambientato all’indomani dell’originale, rivela che Nanette Cole (Cristin Milioti) è ancora alla guida dell’equipaggio della nave, composto da cloni digitali senzienti e in viaggio verso mondi pericolosi nel multiplayer online Infinity. Il problema è che non sono veri e propri giocatori. E quando gli altri iniziano a capirlo, l’amministratore delegato della Callister Inc James Walton (Jimmi Simpson) decide di indagare. Lui e la Nanette del mondo reale collaborano per aiutare l’equipaggio del gioco a sopravvivere, cercando di nascondere le prove della tecnologia di clonazione illegale. Da qui in poi la trama si fa più complicata, mantenendo il senso dell’umorismo dell’episodio originale e aggiungendo più azione e colpi di scena. Sebbene non sia il più emozionante in assoluto, USS Callister: Infinity merita il primo posto nella nostra classifica degli episodi di Black Mirror 7 perché è sicuramente il più divertente e riesce a far passare inosservati i suoi quasi novanta minuti. Il finale poi non fa che aumentare la mia voglia di sapere se ci sarà un terzo capitolo.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

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