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Dei cavi internet sottomarini si parla poco, sbagliando. Dalle telco a Big Tech: il panorama delle reti sottomarine, sui cui viaggia il 99% del traffico internet intercontinentale (praticamente la totalità), ha registrato in pochi anni un cambio di passo sorprendente al punto da rivoluzionate completamente gli equilibri.
I cavi internet sottomarini dominio di Big Tech
Google, Meta, Microsoft e Amazon sono diventati i principali investitori e continuano a mettere sul piatto cifre da record. Da sole queste quattro aziende rappresentano oltre il 70% di tutta la capacità internazionale utilizzata, un aumento sbalorditivo se si considera che nello scorso decennio ammontava ad appena il 10%. E il restante 30% della capacità è sfruttato nella quasi totalità dalle altre aziende tecnologiche mondiali americane e asiatiche, dai colossi del digitale a quelli dell’e-commerce fino ai big del video streaming. Al netto delle reti terrestri in capo alle telco, quelle che collegano i continenti, ossia le principali infrastrutture mondiali di comunicazione, gli asset più strategici e pregiati sono diventati dunque di “dominio” di Big Tech. E in un contesto geopolitico e geoeconomico in forte evoluzione la questione non è da poco.
Un giro d’affari da oltre 15 miliardi di dollari
Secondo le rilevazioni di Global Market Insights il giro d’affari del mercato globale dei sistemi di cavi sottomarini nel 2024 ha superato i 15 miliardi di dollari e si stima che crescerà a un tasso annuo del 10% di qui al 2034. Dalla mappa mondiale online di TeleGeography, aggiornata pressocché in tempo reale, ci si può fare un’idea dello stato di avanzamento delle infrastrutture. Nel mese di febbraio è stato raggiunto un nuovo importante traguardo, rende noto la stessa Telegeography: è stato superato il tetto dei 650 sistemi di cavi, di cui 571 operativi e 81 in progettazione.
A firma di Meta il cavo più lungo al mondo
Ma la vera notizia degli ultimi giorni riguarda l’annuncio del progetto Waterworth da parte di Meta che si estenderà per oltre 50mila km – una lunghezza superiore alla circonferenza della Terra – raggiungendo cinque continenti e diventando il cavo sottomarino più lungo al mondo. Il tutto grazie a un investimento “multimiliardario”, ha detto Meta pur senza specificare l’importo, che “rafforzerà la portata e l’affidabilità delle autostrade digitali mondiali, aprendo tre nuovi corridoi oceanici per guidare l’innovazione dell’intelligenza artificiale”. Il cavo più lungo al mondo sarà dunque di proprietà non solo di un’unica azienda, ma di un’azienda della Silicon Valley. “Il progetto rafforza il potere economico e infrastrutturale degli Stati Uniti, migliorando l’accesso ai mercati dell’emisfero meridionale, sostenendo la connettività Sud-Sud, collegando l’America Latina, l’Africa e il Medio Oriente e contribuendo a incrementare il traffico di dati tra i continenti”, commentano Vili Lehdonvirta e Anniki Mikelsaar dell’Internet Institute dell’Università di Oxford.
Sparkle, il gioiello italiano
E l’Europa come si sta muovendo? La maggior parte delle iniziative si sta concentrando nell’area del Mediterraneo e l’Italia sta aumentando il proprio peso e “valore”. È italiana una delle aziende più importanti al mondo: Sparkle. L’azienda, presente in 32 paesi, vanta una dorsale proprietaria in fibra ottica di oltre 600mila km in Europa, nel Mediterraneo e nelle Americhe. Sparkle è stata rilevata per 700 milioni dal Ministero dell’Economia e Retelit (il perfezionamento della cessione da parte di Tim è atteso entro il primo trimestre del 2026). E vanta una forte partnership con Google nell’ambito dei due progetti BlueMed (che collega l’Italia alla Giordania) e BlueRaman (che si estende in Medio Oriente fino a Mumbai, in India). Con BlueMed per la prima volta un sistema internazionale passa attraverso lo Stretto di Messina (anziché il Canale di Sicilia) e traccia un nuovo percorso attraverso Israele e la Giordania (anziché l’Egitto), stabilendo così una nuova rotta tra il Mar Rosso e il Mar Mediterraneo. E il cavo arriva a Genova – collegato via terra all’ecosistema digitale di Milano – ponendosi come un’alternativa forte ai sistemi di cavi che dall’Asia approdano a Marsiglia. Determinante inoltre il ruolo della società nell’ambito del Piano Mattei considerato che BlueMed si predispone a connettere il Nord Africa.
“I cavi sottomarini svolgono un ruolo fondamentale per la connettività, la competitività, la prontezza della difesa e la stabilità economica dell’Europa. Raccomandiamo alle autorità dell’Ue/Eea e del Regno Unito, nonché alla Nato, di rinnovare la loro collaborazione per affrontare questa situazione in modo efficace, insieme agli stakeholder dell’Ue e del Regno Unito”, scrivono in una lettera ai decisori europei, britannici e della Nato un gruppo di operatori tra cui Sparkle.
Fra le italiane “emergenti” anche Unidata che insieme con Azimut ha dato il via al progetto Unitirreno che prevede la realizzazione e gestione di un cavo sottomarino di oltre 1.100 km nel mar Tirreno collegando Mazara del Vallo, in Sicilia, con Genova, con due diramazioni verso Fiumicino, nel Lazio, e Olbia, in Sardegna. Il progetto ha appena ottenuto un finanziamento da 57 milioni da parte di Intesa Sanpaolo e Banco Bpm supportato dalla Garanzia Archimede di Sace.
Il piano d’azione della Commissione europea
Intanto a febbraio la Commissione europea ha presentato un piano che punta a rafforzare la resilienza delle reti sottomarine. Il piano fa leva su 540 milioni di euro di investimenti nel biennio 2025-2027 che si aggiungono ai 420 milioni già stanziati per 51 progetti. In forte aumento le criticità – secondo l’Itu, l’Agenzia Onu per le telecomunicazioni, si registra una media di 150-200 guasti segnalati ogni anno a livello globale e fra questi ci sono anche le azioni di “sabotaggio” – che rischiano di causare gravi interruzioni delle funzioni e dei servizi essenziali nell’Unione europea. Bisogna dunque attrezzarsi per tenere testa alle minacce crescenti anche e soprattutto considerando la posizione geografica dell’Europa, “ponte” fra Occidente e Oriente, per non parlare del ruolo strategico del Mediterraneo in cui si stanno concentrando molti degli investimenti per ampliare le rotte di collegamento verso Africa, Medio Oriente e Asia. “In risposta alle crescenti tensioni geopolitiche, in particolare in regioni come il Mar Baltico, la Commissione europea sta intraprendendo un’azione decisiva per salvaguardare le infrastrutture critiche di cavi sottomarini – ha sottolineato Henna Virkkunen, commissaria Ue per la Sovranità tecnologica-. Con questo piano d’azione, stiamo facendo un significativo passo avanti per rafforzare la sicurezza. Vogliamo assicurarci che l’Europa sia equipaggiata non solo per prevenire e rilevare i sabotaggi ai cavi, ma anche per scoraggiare e rispondere alle minacce”.