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Tutto questo però richiede tempo. “Anche con una rete completamente in salute, per fare un black start potrebbero volerci 12 o 16 ore. Bisogna andare in sequenza e ci vuole molto tempo – dice Cuffe –. È come assemblare un mobile Ikea atrocemente complicato“.
Il problema più grande è che quando un blackout non ha una causa evidente, per gli ingegneri è difficile capire dove iniziare a ripristinare la corrente senza innescare un’altra interruzione. “La sfida consiste nel far coincidere costantemente domanda e offerta – afferma Ketan Joshi, consulente indipendente in materia di clima ed energia –. Devi trovare il giusto equilibrio, noi puoi semplicemente ricollegare tutto“. Joshi lo descrive come un blackout “al contrario“.
“Quando un albero cade su una linea, viene interrotta una piccola parte della rete. È una sofferenza. Un centinaio di case rimane al buio e arriva una squadra che rialimenta e riallaccia la sezione che era stata scollegata“, spiega Joshi. È esattamente quello che è successo lunedì, ma su scala enormemente maggiore. “Quando si verifica un blackout come quello in Spagna e in Portogallo, la sfida di mappare la domanda e l’offerta diventa estremamente complicata. Ogni volta che si allaccia un nuovo gruppo di famiglie, ci deve essere lo stesso bilanciamento. I generatori che producono elettricità devono soddisfare la nuova domanda che si è improvvisamente aggiunta alla rete”.
Lunedì Ren, la principale società elettrica portoghese, aveva dichiarato a Bbc che l’interruzione è stata causata da “variazioni estreme di temperatura nell’interno della Spagna. Si sono verificate oscillazioni anomale nelle linee ad altissima tensione (400 kV), un fenomeno noto come ‘vibrazioni atmosferiche indotte’“. L’ipotesi è stata poi scartata sia dalla società che gestisce la rete spagnola, Red Eléctrica, che dalla stessa Ren.
La peculiarità delle reti di Spagna e Portogallo
Cuffe sottolinea che sebbene siano gestite dai rispettivi operatori nazionali, le reti di Spagna e Portogallo sono strettamente legate e funzionano in modo sincronizzato. Questo significa che se una delle due si guasta è destinata a farlo anche l’altra.
Ma quando si tratta di ripristinare la rete, entrambi gli operatori lavorano da soli. La penisola iberica è una “isola energetica“, spiega Jan Rosenow, vicepresidente per la strategia globale del Regulatory assistance project, una ong che promuove l’innovazione energetica. L’interconnessione di Spagna e Portogallo con il resto d’Europa – ovvero la quantità di energia che i due paesi possono prelevare o inviare nel continente – è di circa il 6%, molto al di sotto dell’obiettivo del 15% fissato dall’Unione europea per il 2030.
“Al momento ci sono molte speculazioni, ma forse con una migliore interconnessione il problema sarebbe stato molto meno grave“, commenta Rosenow.
Blackout di questa portata non sono un fenomeno così recente in Europa. Un caso simile citato in questo giorni è quello che coinvolse l’Italia nel settembre 2003, dopo che il crollo di un albero su una linea elettrica che collegava la Svizzera e il nostro paese causò un sovraccarico che lasciò al buio quasi tutto il paese per diverse ore.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.